La Commissione Ambiente del Parlamento europeo, il 14 febbraio, ha votato a favore degli obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari su scala europea e sulla responsabilità dei produttori per i rifiuti tessili: due flussi di rifiuti che mettono una forte pressione sulle risorse naturali del pianeta, secondo l’organizzazione ambientale Zero Waste Europe.
“Il voto sulla revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti, come proposto dalla Commissione nel luglio 2023, ha confermato l’impegno politico nel mitigare l’impatto ambientale dei settori alimentare e tessile – scrive Zwe in una nota – Tuttavia, la proposta attuale non modifica in modo sostanziale il modo in cui l’Europa gestisce le sue risorse”.
Sebbene l’organizzazione ambientale abbia apprezzato l’aumento degli obiettivi di riduzione degli sprechi alimentari al 20% per la lavorazione e la produzione, e al 40% per la vendita al dettaglio, i ristoranti e le famiglie, questo risultato è in contrasto con gli impegni precedenti assunti dal Parlamento europeo sul Green Deal del 2020 di ridurre gli sprechi alimentari del 50% dalla produzione al consumo (Farm to Fork).
Theresa Mörsen, responsabile della politica sui rifiuti e sulle risorse presso Zero Waste Europe, ha dichiarato: “Riteniamo che il compromesso raggiunto sia un altro colpo agli obiettivi originari del Green Deal dell’Ue. Escludere completamente gli sprechi alimentari al livello agricolo dagli obiettivi non è accettabile, e speriamo che i responsabili politici manterranno il loro impegno nel fissare target di riduzione a livello della produzione primaria nei prossimi anni”.
Allo stesso tempo, l’introduzione della responsabilità estesa del produttore (REP) per i tessili lascia molto spazio al miglioramento. Mentre la commissione ha spinto per una rapida trasposizione delle nuove disposizioni da parte degli Stati membri, l’accordo di oggi non ha corretto una lacuna chiave della proposta: la mancanza di obiettivi per la gestione e la prevenzione degli sprechi tessili.
“Siamo lieti di vedere che gli eurodeputati hanno ascoltato l’appello della società civile per introdurre obiettivi, tuttavia – continua Mörsen – questi obiettivi, sebbene siano urgenti, sono stati rinviati di diversi anni, offrendo scarso incentivo a potenziare la capacità e implementare soluzioni reali alla crisi dei rifiuti. Inoltre, questa decisione va contro l’impegno che il Parlamento Europeo ha espresso nella sua risoluzione sulla Strategia Europea dei Tessuti del 2023″.
Nonostante queste lacune, Zero Waste Europe accoglie positivamente l’accordo su indagini più frequenti sui rifiuti misti, un passo cruciale per generare dati preziosi su quanto finisce nei bidoni sbagliati. Inoltre, il voto odierno ha confermato che l’EPR deve essere istituito a partire dal 2028 per articoli voluminosi come materassi e tappeti, prodotti che altrimenti sarebbero destinati a discariche o inceneritori quando diventano rifiuti.
Infine la Commissione ha scelto di indebolire gli emendamenti relativi alla selezione obbligatoria dei rifiuti prima dell’incenerimento o della messa in discarica. Ora gli Stati membri sono semplicemente incoraggiati a selezionare i rifiuti prima. Questa decisione è in netto contrasto con i recenti dati Eurostat, che rivelano che il 52% dei rifiuti finisce in flussi misti destinati all’incenerimento e alle discariche.
Janek Vähk, responsabile delle politiche sulla riduzione dell’inquinamento presso Zero Waste Europe, ha affermato: “”Sorprendentemente, alcuni gruppi esitano a imporre la separazione dei rifiuti misti, temendo che possa compromettere gli sforzi sulla raccolta differenziata. Tuttavia, implementare la separazione dei rifiuti misti è probabilmente il metodo più efficace per ridurre le considerevoli quantità di rifiuti attualmente inviate agli inceneritori e alle discariche. Arrestare la pratica di bruciare e seppellire i rifiuti dovrebbe essere una priorità per il Parlamento”.