Zero Waste Europe: “Quanto è circolare il PET?”

L'ultimo report del network Zero Waste Europe, intitolato “Quanto è circolare il PET?”, presenta un quadro sullo stato di circolarità di uno dei più celebri e diffusi materiali plastici, utilizzato in larga parte per realizzare bottiglie. Secondo la ricerca, sono necessari miglioramenti significativi nella progettazione, raccolta e riciclaggio del polietilene tereftalato per migliorare la sua circolarità

Mercoledì 16 febbraio Zero Waste Europe ha pubblicato un report intitolato “Quanto è circolare il PET?”, realizzato dalla società di consulenza Eunomia Research & Consulting, che presenta un quadro sullo stato di circolarità di uno dei più celebri e diffusi materiali plastici, utilizzato in larga parte per realizzare bottiglie. Secondo la ricerca, sono necessari miglioramenti significativi nella progettazione, raccolta e riciclaggio del polietilene tereftalato per migliorare la sua circolarità.

Fonte Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting

Nel dettaglio il report rileva che:

  • la maggior parte del PET riciclato recuperato dalle bottiglie in Europa viene utilizzato in altre applicazioni PET di qualità inferiore, come vassoietti, film, o prodotti tessili, mentre le nuove bottiglie immesse sul mercato contengono in media solamente il 17% di PET riciclato, nonostante il tasso di riciclaggio del materiale si attesti sul 50% circa;
  • il PET riciclato, che potrebbe provenire da tutto il flusso dei prodotti in PET citati, proviene esclusivamente dalle bottiglie. Questo è dovuto da un livello di riciclaggio molto basso dei prodotti in PET diversi da queste. Degli 1,8 milioni di tonnellate di scaglie riciclate prodotte a partire dalle bottiglie, solo il 31% viene trasformato in granuli/pellet per creare bottiglie, mentre il restante 69% va ad alimentare la produzione di altri prodotti in PET;
  • il quadro del riciclaggio delle bottiglie in PET varia da continente a continente. Grazie alla presenza di sistemi di deposito cauzionale (DRS), alcuni paesi raggiungono alti tassi di riciclaggio, altri si attestano su tassi più bassi perché impiegano esclusivamente sistemi di raccolta differenziata.
Fonte Zero Waste Europe – Eunomia Research & Consulting

I principali cambiamenti a livello politico dell’UE e gli impegni dei grandi brand mostrano l’ambizione di aumentare la circolarità del PET. Tuttavia, il rapporto mostra che livelli più elevati di contenuto riciclato possono essere raggiunti con l’implementazione di raccolte potenziate come i sistemi di depositi cauzionali (DRS); passando da bottiglie colorate e opache a bottiglie trasparenti; a dare la priorità al riciclaggio da bottiglia a bottiglia per prevenire che questa plastica venga utilizzata per altre applicazioni meno “nobili”. Oltre al riciclaggio meccanico, esiste la possibilità che le tecnologie di depolimerizzazione chimica contribuiscano alla circolarità complessiva del PET, a condizione che raggiungano la piena maturità e ne venga valutato il pieno impatto.

Con queste modifiche, suggerisce il report, potrebbe essere possibile raggiungere entro il 2030 un livello compreso tra il 61% e il 75% di PET riciclato dalle bottiglie. Nelle attuali condizioni di mercato e con le attuali politiche, si potrebbe raggiungere un obiettivo del 30%.

“Questo studio dimostra che oggi  il PET non è molto circolare e sarà così anche in futuro, a meno che non arrivino cambiamenti politici sostanziali e si rimuovano le barriere tecniche ed economiche”, dichiara Dorota Napierska di Zero Waste Europe. “Potremmo ipotizzare che, se il tipo di plastica più riciclabile e riciclato fa fatica ad affrontare le sfide per diventare più circolare, gli altri tipi di plastica potrebbero affrontare sfide ancora maggiori. Di conseguenza – aggiunge Napierska – il modo più efficace per aumentare la circolarità di questo materiale non è solo attraverso il riciclaggio, ma attraverso il suo utilizzo su applicazioni durevoli invece di quelle usa e getta”.