L’Associazione Zero Waste Campania ha diffuso un comunicato stampa in cui commenta i dati relativi al 2022 della raccolta differenziata nella Regione, evidenziando come nonostante ci siano diverse comunità che hanno superato i target europei, sono ancora troppo divaricanti i numeri rispetto al Centro-Nord Italia.
Di seguito il testo del comunicato
“La Campania nel 2023 (dati pubblicati dall’Osservatorio Regionale sui Rifiuti relativi al 2022) arriva ad uno striminzito 55,6 % di RD nonostante lo sforzo di tante comunità virtuose e due Provincie (Benevento e Salerno) che superano il target europeo del 65 %, Avellino che lo sfiora e il resto delle Provincie (in cui insistono ATO poco adeguati a gestire il processo di controllo sulle municipalità) abbondantemente sotto lo standard richiesto dalla D.E. e che costituiscono la zavorra di una Regione che non riesce a recuperare su quelle del Centro-Nord (come Toscana ed E.R., per non parlare di Veneto, Lombardia e Marche).
Il totale dei Rifiuti prodotti in Regione si attesta 2.600.000 tonnellate/anno pari pari all’anno precedente 2021 ( considerando la pandemia) con un aumento appena dell’1 % di RD e una insignificante riduzione di Rifiuto procapite prodotto, mentre cala il tasso di effettivo riciclaggio al 42% a fronte del precedente 50%.
Fin qui i dati generali su cui, confessiamo, avevamo aspettative superiori. L’analisi del mancato decollo è tutta in capo alle Provincie di Napoli e Caserta, e ai loro ATO che rimarcano palesi criticità. In primo luogo i capoluoghi di Napoli al 40,4% e Caserta al 54% con le rispettive Provincie 50% (NA) e 54% (CE). Questo dato dà la cifra vera del problema ambientale campano. A Napoli città come a Caserta i cassonetti stradali la fanno da padrone portando la quota di rifiuti procapite/anno oltre i 500kg/ab (tra le più alte d’Italia).
Così non si và da nessuna parte. Eppure di esempi virtuosi nelle due provincie ce ne sono ad iosa e non si comprende perché non vengono presi a modello (S.M. a Vico 86%, Marcianise e Mignano Monte Lungo 88%, Arienzo 82%, Caiazzo 79% per la provincia di Caserta e Cimitile 93%, Ottaviano 92%, Massa di Somma 87%, Bacoli 84%, S. A. Abate 81%, Visciano e Tufino 80%, Cicciano 79%, Palma Campania e Camposano 78% per la provincia di Napoli).
E’ una Campania a due velocità: da una parte tante comunità virtuose guidate da leadership illuminate e dall’altra comunità incapaci da uscire da una perenne emergenza gestionale, ancorata ad una mentalità assolutamente perdente al confronto con altre realtà del Paese, e che insistono nel non voler perseguire le gestioni maggiormente performanti in termini di risultati ed economia di scala, vincolandosi allo scempio dei cassonetti stradali e rinunciando alla qualità ampiamente dimostrata dalla raccolta Porta a Porta.
Poi vi sono, e non poche, realtà che definire “lazzarone” è davvero poco, che da un decennio restano ancorate a percentuali sotto il minimo sindacale del 40% e che meriterebbero subito essere commissariate. Una vergogna per l’intera Regione e lo specchio di una mala politica incapace persino di copiare esempi, non diciamo virtuosi, ma almeno appena sufficienti a mettersi in riga con le norme previste dal T.U. dell’Ambiente e le Direttive europee recepite dall’ordinamento nazionale.
Ma tant’è. In tutto ciò colpisce l’attuale latitanza di Anci Campania sul tema in oggetto, e che pure negli anni passati aveva mostrato attenzione alle buone pratiche compulsando le comunità per rendere performanti le RD sui vari ambiti di competenza.
Nel report dell’Osservatorio regionale spicca il dato positivo delle aree protette nazionali della Comunità del Parco del Cilento, davvero con risultati superiori allo standard richiesto dalla D.E. (69%) e quella del Parco del Vesuvio (a macchia di leopardo) nella provincia di Napoli (62%).
Come ZeroWaste/RifiutiZero Italy proveremo con la nuova Presidenza del Parco Vesuvio a interagire per portare questa enclave entro il 2024 sopra il 65% e provare così a trascinare così l’intero Ato3 come il più performante dell’intera, vasta e complessa Provincia di Napoli.
Resta il rammarico dei tanti Comuni delle Provincie di Napoli e Caserta in cui da oltre un quindicennio le Raccolte Differenziate restano inchiodate al di sotto di un minimo di “decenza ambientale” tra 30 e 40 % (laddove se raccogli un po’ di frazione organica, un po’ di vetro, carta e plastica sei abbondantemente sopra il 50%) gettando discredito sull’intera Gestione Regionale e soprattutto facendoci vergognare nei confronti interregionali per non parlare in chiave Comunitaria.
Città importanti che ancora restano inchiodate alle raccolte stradale dei cassonetti “deficienti” che si trasformano quotidianamente in macrodiscariche stradali, quando la realtà del PaP aveva dato in diversi quartieri percentuali altissime di RD, a dimostrazione che quando i cittadini vengono chiamati a dare prova di virtuosità non si negano. Ma spesso le cittadinanze dimostrano di essere molto più avanti di una politica politicante incapace di applicare le migliori pratiche che garantiscono importanti remunerazioni dai consorzi di filiera CONAI a tutto vantaggio delle tasche dei cittadini e importanti vantaggi ambientali a partire dalla riduzione a monte dei rifiuti, tema centrale, questo, ma ahimè sparito dall’agenda politica di quasi tutte le Amministrazioni civiche regionali.
Crediamo fortemente che su questo percorso, se davvero si vuole risalire la china, l’Amministrazione regionale, nella persona del VicePresidente e Assessore all’Ambiente, deve aprire un confronto con quelle realtà associative e Comunità virtuose che sono disponibili a metterci la faccia per dimostrare che anche a sud si può fare, e fare bene la Gestione dei RSU.
Al netto delle criticità impiantistiche dedicate, che vengono da lontano e speriamo sparite per sempre, e che hanno fatto vivere alla comunità campana terribili emergenze, con un costo economico e di danno alla salute immenso, che hanno foraggiato le Ecomafie, riempito aree regionali di immense ziggurat, discariche tal quale e un inceneritore di rifiuti con recupero energetico tra i più grandi e inquinanti d’Europa.
Status questo che costa alla comunità nazionale diverse infrazioni UE che necessariamente errano scaricate sulle popolazioni della Campania. E non ultimo si ravvisa la necessità, nelle more di ipotesi di modifiche legislative statutarie regionali di cui si paventa, di poter intervenire affiche si possano proporre, dal basso, referenda sui temi ambientali (attualmente non previsti) e soprattutto poter disporre dello strumento del commissariamento ad horas per quei Comuni che, tempo sei mesi, non portano le proprie RD in linea con la percentuale regionale.
Si parta da qui per dare all’Amministrazione della Regione della Campania strumenti trasparenti e percorsi virtuosi su un tema così cogente e centrale della circulareconomy. ZeroWaste/RifiutiZero Italy è pronta a dare, come sempre, il proprio contributo”.