A una settimana dall’inizio dei negoziati in Egitto per la Cop27 secondo il WWF non si vedono i progressi necessari sui temi critici della finanza, della chiusura del gap di emissioni, dei sistemi alimentari e delle perdite e dei danni (Loss&Damage).
L’organizzazione internazionale, tuttavia, sottolinea la presenza di segnali di opportunità che lasciano sperare in una seconda settimana che realizzi gli obiettivi del vertice.
Il successo della COP27 è fondamentale per creare slancio, anche in vista del vertice globale sulla biodiversità alla COP15 di dicembre.
All’approssimarsi della fine della prima settimana della COP27, il WWF avverte che finora non si avverte un cambio di marcia, né il necessario passaggio chiaro e deciso dalle promesse astratte all’azione concreta. Con le scadenze che si avvicinano rapidamente su una serie di questioni vitali, i negoziatori rischiano di aver perso la prima settimana a Sharm El Sheikh se le Parti non riescono a concordare azioni concrete e urgenti.
L’inserimento del tema delle perdite e dei danni nell’agenda è stato un primo passo in avanti della COP27, ma la possibilità di concordare un piano di finanziamento è ancora incerta. In seguito ai discorsi dei leader mondiali e alle fasi iniziali dei negoziati, il WWF vede alcuni segnali positivi che indicano la possibilità di fare progressi, ma il tempo stringe per trasformare questi “barlumi di possibilità” in risultati sostanziali che aiutino a spostare l’ago della bilancia nell’affrontare la crisi del clima e della biodiversità.
“La crisi climatica si sta muovendo molto più velocemente della nostra risposta e le persone e i territori di tutto il mondo stanno soffrendo per le conseguenze catastrofiche dell’inazione”. Sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia (presente alla COP27) che aggiunge: “Occorre fare i passi ancora necessari per garantire un meccanismo di finanziamento per le Perdite e i Danni. Con i disastri che colpiscono i Paesi e le comunità vulnerabili, è urgente il sostegno: la comunità internazionale deve unirsi per aiutare i più esposti e meno responsabili della crisi climatica ad adattarsi, a costruire la resilienza e sostenere i costi ingiusti della crisi climatica. C’è ancora il tempo e la possibilità di trovare un accordo e fare sostanziali progressi, ma bisogna volerlo, bisogna essere affamati di risultati sperando che in questa settimana in cui arrivano i ministri si possa essere più risoluti. I negoziatori sono qui, ma l’impulso deve partire dalle capitali. Abbiamo sentito i leader riconoscere la portata della sfida, ma ora devono affrontarla con l’ambizione e l’azione necessarie per impedire che la crisi climatica vada ulteriormente fuori controllo”.
Sebbene molti governi abbiano giustamente riconosciuto il gap tra i finanziamenti promessi (sino al 2025, 100 miliardi di dollari l’anno, dice l’Accordo di Parigi), finora non stanno rispettando gli impegni già assunti, con nuove promesse limitate e pochi motivi di fiducia sul fatto che i finanziamenti saranno incrementati a sufficienza o raggiungeranno i più bisognosi.
Il WWF esprime, inoltre, preoccupazione per la lentezza dei progressi nel concordare una decisione sul futuro del Programma di lavoro congiunto sull’agricoltura di Koronivia. Ulteriori ritardi potrebbero portare a una decisione poco ambiziosa o, peggio, a un rinvio della decisione alla COP28: questo sarebbe un duro colpo per attuare la trasformazione dei sistemi alimentari in modo tale che questi possano contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Per il WWF, dobbiamo allineare urgentemente gli obiettivi in materia di clima, cibo e natura.
Nonostante queste preoccupazioni, il WWF ritiene che ci siano stati alcuni sviluppi positivi, con finanziamenti apprezzabili per le foreste, incontri ministeriali promettenti e raccomandazioni positive da parte del Gruppo di esperti di alto livello sul net zero, l’Agenda d’azione per l’adattamento di Sharm El Shiekh e le proposte di alcune delegazioni e raggruppamenti che potrebbero potenzialmente far avanzare le agende su diversi fronti.
Il successo della COP27, peraltro, è fondamentale per creare slancio in vista del vertice sulla biodiversità COP15 di dicembre a Montreal, dove si ha la possibilità di reimpostare il rapporto interrotto dell’umanità con la natura.
“La crisi climatica sta portando alla perdita di natura e la distruzione degli ecosistemi naturali alimenta, a sua volta, la crisi climatica. Va dato alla natura un ruolo sostanziale nei negoziati: i leader dovrebbero riconoscere questa interconnessione”, conclude Midulla. La crisi climatica colpirà persone e luoghi diversi in modo disomogeneo, e quindi è probabile che porti a disuguaglianze all’interno e tra le nazioni, creando ingiustizia. Secondo il WWF, ogni azione sul clima deve contribuire a migliorare i diritti e l’equità sociale.