Crisi climatica, è allarme salute per le persone e per tutti gli esseri viventi. Il cambiamento climatico è “la più grande minaccia per la salute globale del 21° secolo”, afferma The Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche in ambito medico, in un recente articolo messo in risalto dal Wwf per il World Health Day che si celebra ogni anno il 7 aprile. Come fa notare l’associazione, gli scenari associati al cambiamento climatico mostrano un aumento dell’intensità dei rischi per la salute legato a disastri, eventi estremi, disponibilità idrica, sicurezza alimentare e cambiamenti nella comparsa e diffusione di malattie di origine infettiva (vettori patogeni, acqua e cibo contaminati).
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima oltre 250mila decessi annui in più nel mondo a causa del cambiamento climatico per il periodo 2030-2050, che riguarderanno soprattutto i sottogruppi più vulnerabili, con un aumento delle ineguaglianze di genere, dei conflitti e delle migrazioni.
Nella Giornata mondiale della salute il Wwf lancia quindi un appello: agire subito per limitare e fermare il riscaldamento globale, abbattendo le emissioni di gas serra (CO2, metano, ecc.) e prendendo tutte le misure di adattamento necessarie, per limitare i danni che il cambiamento climatico già in atto sta provocando e tutelare così anche la stessa salute delle persone. Nel 2021 oltre 200 riviste mediche hanno pubblicato un editoriale congiunto senza precedenti che sollecitava l’azione dei leader mondiali: “La scienza è inequivocabile, un aumento di 1,5 °C a livello globale rispetto alla media pre-industriale e la continua perdita di biodiversità rischiano di provocare un danno catastrofico alla salute da cui sarà impossibile tornare indietro”. Infatti, se da una parte l’aumento delle temperature e i sempre più frequenti eventi climatici estremi hanno un impatto diretto sulla salute umana, dall’altra agiscono indirettamente sui determinanti della salute. A cominciare dalle ondate di calore che stanno portando a temperature record che il nostro corpo non è in grado di affrontare.
Di caldo si muore
Nell’estate del 2022, tra i 60.000 e i 70.000 decessi prematuri in Europa sono stati attribuiti al caldo. I rischi di calore per la popolazione generale sono già a livelli critici nell’Europa meridionale (Italia compresa). Rischiano di più coloro costretti, per lavoro, a permanere all’esterno o coloro che non si possono permettere impianti di raffrescamento e un adeguato isolamento termico dell’abitazione, come pure gli anziani, nei quali la capacità termoregolatrice del corpo è ancor più limitata.
Infezioni
Aumenta la diffusione delle infezioni: un effetto potenzialmente associato al riscaldamento globale è la maggior facilità di diffusione delle malattie, favorite anche dall’aumento – grazie alle condizioni climatiche – di molti insetti vettori.
Aumentano le malattie mentali
A fronte del generale aumento di un grado Celsius delle temperature, le patologie psicologiche di media entità sono salite del 2%. Le malattie rilevate includono: depressione, stati di ansia, insonnia, paure, malesseri psichici generalizzati. L’aumentata probabilità di eventi catastrofici dovuti al clima (inondazioni, incendi, alluvioni, perdita progressiva di suolo coltivabile, tra gli altri) potrebbe generare o esasperare la reazione di individui già fragili.
Bambini
Più a rischio la salute dei bambini: i piccoli sono più vulnerabili rispetto agli impatti del cambiamento climatico perché alcuni organi e apparati come per esempio l’apparato respiratorio o il sistema di termoregolazione sono ancora in via di sviluppo e perché è, in generale, ancora in corso lo sviluppo fisico, mentale e cognitivo. Inoltre, i bambini hanno, rispetto agli adulti, una maggiore esposizione per unità di peso corporeo, ed è quindi più probabile che, a parità di esposizione, per loro vengano superate le dosi soglia di rischio.
Zoonosi
Aumentano le malattie trasmesse dagli animali (e agli animali): le zoonosi, ovvero le malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo – causate da virus, batteri, parassiti o prioni – sono fortemente influenzate dai cambiamenti climatici. È il caso delle zoonosi trasmesse da invertebrati (zanzare, zecche, pulci e altri artropodi ematofagi): il clima ne influenza il comportamento, la sopravvivenza, la riproduzione, la distribuzione e l’abbondanza.
Aumenta l’insicurezza alimentare
Il cambiamento climatico riduce la quantità di cibo disponibile e al contempo lo rende meno nutriente. Alcune rese agricole hanno già iniziato a ridursi in conseguenza dell’aumento delle temperature, del cambiamento dei modelli delle precipitazioni e degli eventi atmosferici estremi. La malnutrizione è collegata a un’ampia varietà di malattie, tra cui insufficienza cardiaca, cancro, diabete, rachitismo o disturbi della crescita nei bambini, che può danneggiare le funzioni cognitive.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute, sia diretti sia indiretti, sono il problema di salute pubblica più urgente che deve essere affrontato. La salute deve diventare un aspetto centrale nei piani di adattamento al cambiamento climatico e un motivo in più per abbattere rapidamente le emissioni di gas climalteranti – afferma Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia al WWF Italia – Sistemi sanitari universali e funzionanti sono la prima condizione per far fronte ai nuovi rischi posti dal cambiamento climatico già in atto, come confermato anche in occasione della recente pandemia. Linee guida e meccanismi di prevenzione, profilassi e allerta dovrebbero scattare in occasione di eventi pericolosi o impattanti, a tutti i livelli. È necessaria anche un’opera attenta e non banalizzante di informazione della popolazione. La tutela della salute legata al rischio climatico dovrebbe però essere incorporata in tutte le politiche”.