In seguito al voto del Parlamento Ue sui rifiuti tessili e alimentari, lo European environmental bureau (EEB) “accoglie con favore l’adozione di misure più forti e una maggiore ambizione rispetto alla proposta iniziale della Commissione [2], ma avverte che gli sforzi non sono ancora sufficienti”.
Spreco di cibo
“Con il voto di oggi – dice l’EEB – i deputati al Parlamento europeo hanno innalzato gli obiettivi giuridicamente vincolanti di riduzione degli sprechi alimentari al 20% per il livello di consumo (vendita al dettaglio, distribuzione, ristoranti e servizi di ristorazione, nonché famiglie) e al 40% per la trasformazione e la produzione alimentare – un 10% aumento rispetto alla proposta della Commissione. Il Parlamento dà inoltre mandato alla Commissione di valutare obiettivi separati per tutti gli sprechi alimentari della produzione primaria entro il 2025, compresi gli alimenti maturi lasciati non raccolti o utilizzati nelle aziende agricole. Tuttavia, ciò non è sufficiente per rispettare gli impegni assunti nella precedente revisione della Direttiva quadro sui rifiuti e nell’ambito dell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 12.3 di ridurre tutte le perdite e gli sprechi alimentari del 50% lungo l’intera catena di approvvigionamento, dalla fattoria alla tavola [3]”.
Fynn Hauschke, responsabile delle politiche per l’economia circolare e i rifiuti presso l’EEB, spiega: “Il Parlamento Ue ha riconosciuto la necessità di un’azione più ambiziosa sullo spreco alimentare, ma gli obiettivi concordati non riescono ad affrontare la portata della sfida e a onorare gli impegni internazionali. Allo stesso tempo, il Parlamento non è riuscito a farsi carico in modo significativo delle perdite e degli sprechi alimentari nella produzione primaria. L’accordo è un’occasione mancata per ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la sicurezza alimentare e la biodiversità”.
Rifiuti tessili
Per quanto riguarda i tessili, il Parlamento ha migliorato la proposta della Commissione chiedendo che i prodotti siano eco-modulati in base alle quantità: un primo passo verso l’utilizzo dell’EPR per frenare la sovrapproduzione [4]. I deputati del Parlamento hanno inoltre rafforzato il testo inserendo le calzature nell’ambito della modulazione tariffaria. L’EEB ha accolto con favore le iniziative volte a garantire che le piattaforme online non vendano prodotti di aziende non registrate e che gli Stati membri dell’UE dovranno istituire schemi EPR anche per tappeti e materassi.
Emily Macintosh, responsabile senior delle politiche per il settore tessile presso l’EEB, dice: “Il Parlamento ha votato per valutare la possibilità di fissare obiettivi di riduzione dei rifiuti tessili per il 2032 entro il 2025. Anche se questo rappresenta un miglioramento significativo rispetto alla proposta della Commissione, è ancora troppo vago e spinge troppo oltre la strada. I deputati hanno anche riconosciuto l’impatto della spedizione di tessili usati verso paesi terzi, ma non sono riusciti a definire un quadro reale di responsabilità globale per garantire che il sostegno finanziario raggiunga i paesi che sopportano il peso maggiore del consumo eccessivo di tessili in Europa”.
Il dossier è all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Ambiente, previsto per il 25 marzo 2024.