Via libera definitivo dalle istituzioni Ue alla Nature Restoration Law, la legge sul ripristino della natura, uno dei provvedimenti più importanti del Green Deal europeo. Lunedì 17 giugno il Consiglio Ue ha adottato formalmente il Regolamento – il primo del suo genere – che punta a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime europee entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di interventi entro il 2050.
La norma è stata respinta da Finlandia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Svezia e Belgio (che ha scelto di astenersi). Cuoriso il caso dell’Austria, la cui ministra dell’ambiente, Leonore Gewessler dei Verdi, ha votato a favore sfidando i suoi partner conservatori della coalizione.
Il Regolamento stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura negli ecosistemi terrestri, marini, di acqua dolce e urbani. Mira inoltre a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali, aiutando anche l’Ue a rispettare i suoi impegni internazionali in materia ambientale.
Il Regolamento sarà ora pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore, diventando direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Entro il 2033, la Commissione Ue esaminerà l’applicazione del regolamento e i suoi impatti sui settori agricolo, della pesca e forestale, nonché i suoi più ampi effetti socioeconomici. La Commissione europea aveva proposto la legge sul ripristino della natura il 22 giugno 2022, nell’ambito della strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030, che fa parte del Green Deal europeo. Secondo i dati Ue, oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni. Gli sforzi passati per proteggere e preservare la natura non sono stati in grado di invertire questa tendenza preoccupante.
Ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini
Le nuove regole contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati negli habitat terrestri e marini degli Stati membri, a raggiungere gli obiettivi generali dell’UE in materia di mitigazione e adattamento al clima e a migliorare la sicurezza alimentare.
Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030.
Il regolamento copre una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, tra cui zone umide, praterie, foreste, fiumi e laghi, nonché ecosistemi marini, tra cui alghe marine e letti di spugna e coralli.
Fino al 2030, gli Stati membri daranno la priorità ai siti Natura 2000 quando attuano le misure di ripristino.
Sugli habitat ritenuti in cattive condizioni, come elencato nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinare:
- almeno il 30% entro il 2030
- almeno il 60% entro il 2040
- almeno il 90% entro il 2050
Sforzi di non deterioramento
Gli Stati membri si adopereranno per prevenire un deterioramento significativo delle aree che:
- hanno raggiunto buone condizioni grazie al restauro
- ospitare gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento
Protezione degli impollinatori
Negli ultimi decenni, l’abbondanza e la diversità degli impollinatori di insetti selvatici in Europa sono diminuite drasticamente. Per affrontare questo problema, il regolamento introduce requisiti specifici per le misure per invertire il declino delle popolazioni impollinatori entro il 2030 al più tardi.
Misure specifiche per l’ecosistema
Il regolamento stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, compresi i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a migliorare due di questi tre indicatori: popolazione di farfalle dei pascoli, stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate e quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. Aumentare la popolazione degli uccelli forestali e assicurarsi che non vi sia alcuna perdita netta sugli spazi verdi urbani e sulla copertura delle chiome degli alberi fino alla fine del 2030 sono misure chiave di questa nuova legge.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate e contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello dell’UE. Al fine di trasformare almeno 25 000 km di fiumi in fiumi a flusso libero entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.
Piani nazionali di restauro
Secondo le nuove regole, gli Stati membri devono pianificare in anticipo e presentare piani nazionali di ripristino alla Commissione, mostrando come ragli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire sui loro progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello di UE.