Via libera definitivo dall’Unione Europea alla nuova direttiva sulla qualità dell’aria, che allinea le norme Ue alle linee guida più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Lunedì 14 ottobre, i ministri dell’ambiente riuniti in Lussemburgo hanno confermato l’accordo politico raggiunto a febbraio con l’Eurocamera sulla revisione della direttiva, con la sola astensione di Malta. L’Italia ha votato a favore.
La nuova stretta sull’inquinamento, che ricordiamo è responsabile di 300mila morti l’anno in Europa, introduce limiti più severi per un ampio numero di sostanze tra cui il particolato fine (PM2,5 e PM10), il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2), il benzo(a)pirene, l’arsenico, il piombo e il nickel e stabilisce standard specifici per ciascuno di essi. Ad esempio, vengono abbassati i valori limite annuali per gli inquinanti con l’impatto più elevato sulla salute umana, che sono il PM2,5 e l’NO2: passerebbero rispettivamente da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³.
In generale i valori annuali dei principali inquinanti dovranno essere più che dimezzati entro il 2030.
La nuova direttiva garantisce inoltre “un accesso equo alla giustizia”: viene stabilito che gli Stati membri debbano garantire ai cittadini il diritto di richiedere e ottenere un risarcimento, quando la loro salute è stata danneggiata a causa di una violazione delle norme sulla qualità dell’aria stabilite dalla norma.
Il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni dopo l’entrata in vigore per recepire la direttiva nel diritto nazionale. Entro il 2030, la Commissione europea rivedrà gli standard di qualità dell’aria e successivamente ogni cinque anni, in linea con le ultime prove scientifiche.