di Linda Onyeji
Se vi è già capitato di pensare quanto sarebbe bello salire a bordo di una Tesla o di una Ferrari è perché non siete mai saliti a bordo del furgone della Carovana Salvacibo: rosso fiammante, offre tre posti a sedere più un ampio spazio di carico per il trasporto merci ed è in perfetto stato di efficienza per lunghi e brevi percorsi. È di proprietà dell’associazione La Rete delle Case del Quartiere di Torino, la quale costituisce un vero e proprio network che riunisce cittadini di tutte le età all’interno di spazi pubblici riqualificati. La rete si impegna a sostenere azioni di rigenerazione urbana, buone pratiche di innovazione sociale e culturale e agisce a favore di una cittadinanza attiva, trasformando le idee in servizi concreti e progetti reali. Tra questi progetti si colloca la Carovana Salvacibo, in collaborazione con Eco dalle Città – Sentinelle dei Rifiuti.
Ecco il racconto di una giornata tipo:
Ore 7.45. Il punto di partenza dell’avventura a bordo della Carovana ha inizio presso la Fondazione Cascina Roccafranca, in via Gaidano 76, una delle Case del Quartiere di Torino nel cui cortile è parcheggiato il nostro bolide. Con me a bordo ci sono Giulio alla guida – 29 anni, biellese trasferitosi a Torino da un anno dopo aver viaggiato per il mondo –, e Omar 27 anni, originario del Gambia e torinese da ben otto anni – sono entrambi collaboratori di Eco dalle Città. La nostra destinazione è il CAAT, in Strada del Portone 10, Grugliasco.
Ore 8. CAAT è la sigla di Centro Agro Alimentare di Torino: è un grande stabilimento i cui locali sono destinati all’uso di magazzino/stoccaggio e commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. In altre parole, si tratta di una sorta di grande aeroporto di frutta e verdura dalla quale si rifornisce la maggior parte dei commercianti di Grugliasco e di Torino. I grossisti rappresentano una delle principali figure della catena di distribuzione delle merci: svolgono il ruolo di intermediario tra produttori e venditori al dettaglio, talvolta coincidono con la figura del produttore. Negoziano con i fornitori, curano il magazzino, gestiscono le scorte e la movimentazione dei prodotti da quando entrano a quando escono dai magazzini del CAAT.
Il CAAT vive per lo più di notte – dalle 3.30 alle 10.30 – tra i carichi che arrivano dalle coltivazioni italiane e dai campi fuori dai confini nazionali e tra quelli della merce destinata alla grande distribuzione e alla vendita al dettaglio, quindi al mattino i lavori stanno ormai volgendo al termine. È qui che entra in gioco l’operazione di Eco dalle Città con la carovana Salvacibo. Da ormai quasi un anno Giulio e Omar sono riusciti a tessere dei buoni rapporti di fiducia con alcuni grossisti, i quali lasciano loro da parte in forma gratuita eccedenze, donazioni nonché tutti i prodotti ortofrutticoli non destinati alla vendita perché considerati non propriamente “all’altezza” di essere proprosti sugli scaffali dei supermercati e sui banconi dei mercati. Gli studi condotti in ambito “neuromarketing” hanno dimostrato che i consumatori prediligono la frutta e la verdura dall’aspetto quasi perfetto, necessariamente senza segni di ammaccatura anche se lievi e in una fase di maturazione che non abbia superato il tasso ottimale di crescita delle stesse. In altre parole, se la frutta e la verdura non sono belle e lucide come la mela di Biancaneve vengono gettate via.
La carovana Salvacibo si prefigge il compito di spezzare questo modus operandi della filiera agroalimentare, salvando a tutti gli effetti il cibo, ridandogli valore e dignità. L’operazione “salvacibo” avviene in tre fasi, due si svolgono all’interno del CAAT e la terza nel comune di Torino. La prima fase consiste in un giro di consulto (a piedi) nel quale si identificano e si annotano quali e quanti grossisti hanno della merce di scarto o in eccedenza, segnando nome e numero della posizione del loro stand all’interno dell’edificio. La seconda fase, invece, consiste nel recarsi a bordo del furgone presso il punto di carico e di scarico dei prodotti, ossia dietro gli stessi stand a cui si accede tramite l’area esterna, dopodiché si carica tutto il bottino. Ciascuna fase dura all’incirca un’ora e varia a seconda delle disponibilità dei grossisti e delle quantità da caricare sul furgone. Tra la prima e la seconda fase si inserisce necessariamente una pausa caffè.
Ore 10. Quando il furgone è carico ha inizio la terza fase: la grande distribuzione tra le associazioni del comune di Torino. Questa può variare nel numero di destinazioni a seconda del carico. L’operazione, eseguita tre volte alla settimana, è comunque sempre un successo: se il furgone si riempie tanto significa che sono stati salvati tanti prodotti ancora buoni, ma anche nelle giornate in cui si raccoglie meno ci si può rallegrare del fatto che sia andato sprecato meno cibo. Certo è che l’ideale sarebbe quello di recuperare e donare quanto più possibile agli enti sociali e culturali di Torino. In questa occasione, siamo riusciti a recuperare numerosi sacchi di patate, casse di insalata, cime di rapa e coste.
Di seguito, i luoghi dove Giulio e Omar hanno ridistribuito gli scarti e le eccedenze del CAAT:
- Chiesa Cattolica Parrocchiale Santa Famiglia di Nazareth, situata in zona Vallette, si offre come punto di deposito per la Casa del Quartiere Vallette che nasce all’interno del centro culturale Officine Kaos ed è gestito dalla Cooperativa Stalker Teatro.
- Associazione Italiana Zingari Oggi (AIZO), in via Foligno 2, si tratta di un centro interculturale che lavora a stretto contatto con rom e sinti, attraverso attività di consulenza, formazione e informazione. Il loro obiettivo principale è quello di abbattere ogni forma di discriminazione nei confronti delle comunità rom e sinti e di promuovere la parità di trattamento indipendentemente dall’origine etnica.
- Parrocchia Santa Croce, in via Gattinara 12 (zona Vanchiglietta), cerca di dare una mano ai più vulnerabili del quartiere attraverso le donazioni di cibo.
- Centro sociale Gabrio, in via Millio 42 (Borgo San Paolo) che in collaborazione con l’Associazione Amici di via Revello, ha avviato il progetto SOS Spesa, attraverso il quale distribuiscono beni di prima necessità ai bisognosi: chiunque può contribuire portando durante la settimana alimentari, prodotti per l’igiene e la pulizia della casa, pannolini per bambini e assorbenti.
Ore 11/11.30. L’operazione della Carovana è giunta a termine. Probabilmente non smetterete di pensare a quanto sarebbe bello pilotare una Tesla o una Ferrari, ma ora siete consapevoli dell’esistenza di una bella iniziativa volta a trasformare lo spreco in opportunità. Un progetto a favore della solidarietà e del recupero, che agisce sulla filiera agroalimentare impedendo che vengano buttati prodotti alimentari ancora buoni, ma a bordo di un furgone rosso fiammante: la Carovana Salvacibo.