Verona cambia avvia un nuovo percorso per affrontare in maniera sistematica e pragmatica la transizione ecologica. E lo fa avvalendosi del supporto innovativo messo in campo dai ricercatori dell’Università Iuav di Venezia. Nasce così una partnership dove Verona rappresenta il primo Comune italiano ad approvare e adottare il relativo piano strategico.
Dopo il passaggio in giunta lo scorso 28 novembre, il Piano è stato presentato lunedì 4 dicembre alla città, entrando di fatto nella fase operativa. “Perché sono già chiari i primi obiettivi da mettere a terra per rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici con soluzioni urgenti e non più rimandabili”, si legge nella nota di Palazzo Barbieri.
Novità assoluta del Piano è la visione che ne sta alla base, “una visione a 360 gradi che coinvolge l’Amministrazione tutta in azioni e progetti legati e connessi tra loro, perché la qualità dell’aria non dipende solo dallo smog dei veicoli così come l’ecosistema non è esclusivo appannaggio della maggiore o minore produzione di rifiuti”. Il Piano fa quindi leva su un metodo di lavoro nuovo che guarda al medio e lungo periodo, indicando le azioni da intraprendere da qui ai prossimi anni per rispettare la dead line europea in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità, le iniziative politiche proposte dalla Commissione europea nel cosiddetto Patto Verde per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050.
Il percorso ha visto come detto il coinvolgimento attivo del team di ricerca di Iuav, guidato dal professor Francesco Musco e composto da Giulia Lucertini, Filippo Magni, Denis Maragno, Alberto Bonora e Vittoria Ridolfi. Parte dalla volontà di ottenere uno strumento operativo in grado di incidere direttamente su tutti i processi decisionali dell’Amministrazione scaligera e, conseguentemente, su quelli dei singoli privati: tre gli step in cui è snodato in una stretta sinergia ente-ateneo, ovvero analisi e studio della pianificazione vigente all’interno del Comune; interpretazione dei dati e confronto con l’Amministrazione; elaborazione finale di proposte operative.
Un lavoro sul campo davvero molto articolato e complesso durato oltre dieci mesi, che rappresenta oggi un’importante sperimentazione-pilota oltre ad una proposta metodologica innovativa in materia di transizione green, strumento strategico e modello-quadro di riferimento futuro per tanti altri. L’intento del documento finale è definire in quali termini il Comune si è mosso finora e si sta muovendo sul fronte della transizione ecologica, tema di strettissima attualità su cui Verona ha dimostrato di avere le idee chiare e sta anzi facendo scuola anche grazie al contributo dello staff di ricerca lagunare.
Dopo i saluti della vicesindaca di Verona Barbara Bissoli e del rettore di Iuav Benno Albrecht, il divulgatore scientifico Giovanni Mori, autore di un fortunato podcast di Lifegate (“News dal pianeta Terra”) ha aiutato ad inquadrare l’attuale crisi climatica che si vive a livello mondiale, prima dell’intervento dell’assessore comunale all’Ambiente e alla Transizione Ecologica Tommaso Ferrari, che ha reso invece una puntuale fotografia di come Verona intende svoltare verso la TE, processo improcrastinabile che si declina in una serie di azioni puntuali e molto concrete.
“Questo è un primo importante progetto di collaborazione con IUAV che guarda al futuro di medio lungo termine della città di Verona – ha detto la vicesindaca Barbara Bissoli -. Oggi presentiamo al pubblico il Piano di transizione ecologica nell’ambito delle iniziative di Viviamo Verona, che nasce come percorso di revisione degli strumenti urbanistici, del Piano regolatore comunale, del piano di assetto territoriale e piano degli interventi e d accoglie altri progetti di pari valore come questo che guardano al futuro di Verona con un nuova modalità multi sapere, multidisciplinare e trasversale. Viviamo Verona riguarda quindi tutta l’Amministrazione e i settori devono collaborare, trasferire l’un l’altro i propri saperi nell’ottica ampia di un futuro migliore per Verona. Ringrazio l’assessorato alla Transizione ecologica e la Direzione Ambiente perché sin dal nostro insediamento hanno avviato questo percorso che prende le mosse dai riferimenti normativi internazionali che spingono al contenimento del cambiamento climatico ma che vedono anche come valore strategico il raggiungimento dell’indipendenza energetica, tematica diventata di stringente attualità a seguito dello scoppio del conflitto russo- ucraino. Ci è sembrato di particolare valore questo progetto e questo percorso rivolto alla transizione ecologica anche perché da’ immediata attuazione a quelli che sono i nuovi principi della Carta costituzionale introdotti con la Legge Costituzionale n. 1 del 2022 e che pongono i valori come l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi a livello di valori fondamentali del nostro vivere civile, promuovendo la ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio storico artistico della nazione anche nell’ interesse delle future generazioni. Sono perciò grata alla nostra Amministrazione che ha voluto sin dai primi giorni di agosto dell’anno scorso, con la dichiarazione dell’emergenza climatica, avviare questo percorso necessario ed urgente”.
“Oggi parte un percorso, il Piano di transizione ecologica vuole essere un piano che lega a 360 gradi la visione di Verona sul tema delle sfide climatiche in corso – ha detto l’assessore all’Ambiente Tommaso Farrari-. E’ un piano che guarda a tutte le direzione, in controtendenza rispetto alla pianificazione settoriale del passato, perché interessa ecologia, ambiente, qualità dell’aria, economia circolare, eventi nella città, un percorso che parte ora e che accompagnerà le future amministrazioni al raggiungimento degli obiettivi per la neutralità climatica fissati al 2050”.
Quanto ai prossimi step, l’assessore ha ricordato che “A fine anno verrà concluso il masterplan per la riqualificazione degli edifici pubblici, che punta a far sì che al 2030 i consumi elettrici degli edifici pubblici del Comune di Verona sia autoprodotto da impianti fotovoltaici, con l’Università stiamo avviando un progetto per mappare la salute eco sistemica della nostra città, avere cioè indicatori di biodiversità, qualità dell’aria, isole di calore, superfici fogliate da monitorare nel tempo per capire se i nostri interventi vanno a migliorare la salute eco sistemica del nostro territorio o meno. Stiamo approntando un regolamento per gli eventi nella città di Verona perché minimizzino e riducano al massimo i rifiuti che producono, un regolamento edilizio che sarà aggiornato con una maggiore sensibilità verso i temi della transizione energetica, tutti output, alcuni di pronta operatività, altri più complessi come il nuovo Piano di assetto del territorio, legati da una visione complessiva a 360 gradi”.
Musco ha quindi evidenziato i punti salienti del piano: “Si tratta del primo test condotto a livello nazionale che recepisce e declina le indicazioni del Green Deal Europeo, del PNRR e del Piano Nazionale di Transizione Ecologica, strumento quest’ultimo di indirizzo che intende riorientare l’attività economica e sociale delle città in modo sostenibile con una serie di policy, misure e azioni volte a una consapevolezza sostenibile. Su scala locale, a Verona si è arrivati a un raccordo con l’Amministrazione, analizzando e valutando i vari piani in uso, dalla mobilità al traffico alla sosta fino allo sviluppo urbanistico ed edilizio e persino al bilancio, cercando di mettere a sistema i vari ambiti operativi con un’ottica ecologica: decarbonizzazione, sviluppo del verde e della forestazione urbana, compensazione ambientale, etc. Ne esce un nuovo modo di intendere e governare la città futura con una visione multisettoriale, strategica e di medio-lungo periodo che ruota attorno al grande tema del clima e dell’impatto dei mutamenti con un monitoraggio trasversale sulle diverse aree tematiche della transizione ecologica”.
L’intensa mattinata veronese ha chiamato sul palco anche: l’ingegner Lisa Colmetti dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile; la professoressa Linda Avesani, docente di biotecnologie dell’Università di Verona; Luca Marchesi, direttore dell’Area Tutela e sivurezza del territorio della Regione Veneto; Piero Pelizzaro, direttore dell’Officina per la rigenerazione del Demanio Pubblico (Agenzia del Demanio). A moderare i lavori di giornata Barbara Likar, dirigente della Direzione Ambiente e Transizione Ecologica del Comune di Verona.