Mentre il Parlamento Ue sta discutendo la bozza del nuovo Regolamento sui veicoli fuori uso ELV, che ha l’obiettivo di rendere il settore automobilistico più circolare, alcune delle principali associazioni ambientaliste europee (FEAD, EuRIC, PRE, T&E, ECOS ed EEB) hanno scritto una lettera aperta all’Assemblea, in cui sollevano una serie di preoccupazioni.
Il problema di fondo è che Strasburgo ha approvato una bozza di rapporto “fortemente indebolita” rispetto a quella proposta dalla Commissione Ue, in particolare per ciò concerne gli obiettivi di utilizzo di materiale riciclato, sopratutto plastiche. Le associazioni esortano pertanto “i decisori politici a sostenere gli obiettivi stabiliti da Bruxelles e a respingere qualsiasi tentativo di diluirli”. Sollecitano inoltre “il rifiuto di disposizioni che mirano ad ampliare l’ambito per includere nuovi tipi di rifiuti o materiali, cosa che potrebbe minare le industrie europee del riciclo e della gestione dei rifiuti”.
Ecco il testo integrale della lettera:
La bozza di relazione del Parlamento europeo sul regolamento sui veicoli a fine vita (ELV), attualmente in discussione, solleva una serie di preoccupazioni circa il suo impatto sulla circolarità nel settore automobilistico. FEAD, EuRIC, PRE, T&E, ECOS ed EEB esortano i decisori politici a sostenere gli obiettivi stabiliti dalla Commissione europea e a respingere qualsiasi tentativo di diluirli. Sollecitano inoltre il rifiuto di disposizioni che mirano ad ampliare l’ambito per includere nuovi tipi di rifiuti o materiali, il che potrebbe indebolire le industrie europee di riciclaggio e gestione dei rifiuti.
L’ambizione complessiva della bozza di relazione è stata notevolmente indebolita rispetto alla proposta della Commissione, con importanti arretramenti tra cui una riduzione dell’obiettivo del contenuto di plastica riciclata dal 25% al 20% e una diminuzione dell’obiettivo del circuito chiuso dal 25% al 15%, minacciando di rallentare i progressi verso un settore automobilistico veramente circolare. Ambiziosi parametri di riferimento per il contenuto riciclato sono essenziali per stimolare gli investimenti nelle tecnologie e nelle infrastrutture necessarie per riciclare in modo efficiente la plastica dei veicoli fuori uso, migliorando i tassi di recupero dei materiali e riducendo il volume dei rifiuti inviati al recupero energetico o alle discariche.
Inoltre, l’inclusione della plastica di origine biologica e dei rifiuti di plastica pre-consumo nel conteggio del contenuto riciclato minimo e dell’obiettivo a ciclo chiuso per i nuovi veicoli rappresenta un’ulteriore minaccia per l’ambito originale delle norme proposte, in quanto non fanno riferimento al trattamento di fine vita della plastica e, quindi, non avrebbe alcun effetto positivo sull’aumento della circolarità e del riciclaggio della plastica.
Ciò ostacolerebbe invece in modo significativo il settore del riciclaggio della plastica, distogliendo l’attenzione e le risorse dagli sforzi di riciclaggio genuini. Invece di supportare gli investimenti nelle infrastrutture di riciclaggio, rischia di creare una falsa percezione di progresso senza rafforzare la circolarità della plastica per l’automotive e, in definitiva, ritardare la transizione verso un’economia veramente circolare.
Inoltre, è necessario garantire che tutte le tecnologie di riciclaggio praticabili contribuiscano efficacemente a un’economia della plastica solida e veramente circolare. Mentre l’Europa si impegna per la competitività e la semplificazione normativa, è fondamentale che le scelte politiche non indeboliscano la circolarità o limitino il potenziale per un riciclaggio di alta qualità. Un approccio più ambizioso con obiettivi ambiziosi per il contenuto di plastica riciclata nei veicoli è essenziale per garantire che i materiali di valore vengano recuperati, che l’industria del riciclaggio europea rimanga competitiva e che il continente riduca la sua dipendenza dalle materie prime importate.