Un primo commento a caldo all’annuncio del sindaco di Milano Sala di ridurre di un’ora l’illuminazione pubblica: non ci credo. Finora, mentre scrivo, l’unico dettaglio che è stato dato riguarda l’orario. L’illuminazione verrebbe spenta anticipatamente, quindi al mattino presto. Se davvero questa è l’intenzione, lo spegnimento delle luci potrebbe essere notato da una certa quota di popolazione nei mesi invernali, quando con le giornate più corte il buio arriva fino quasi alle otto di mattino. L’orario scelto da Belluno, che spegne i lampioni dalle 1 e 30 alle 5, è più innocuo (o, in altri termini, meno impattante) di quello che potrebbe essere lo spegnimento anche solo di 45 minuti alle 7 di mattina in una città come Milano.
Probabilmente se il sindaco, dopo aver sentito A2A, propone questo orario è perché l’azienda ha grosse difficoltà a spegnere e raccendere e preferisce (o non può far altro che) spegnere anticipatamente i lampioni. In ogni caso se veramente Milano spegne l’illuminazione pubblica – non riduce, ma se proprio la spegne come fa Belluno – anche se lo facesse solo per mezz’ora, mezz’ora di buio, sarebbe una iniziativa senza precedenti in una città grande dopo il trionfo della illuminazione pubblica. Personalmente la considero una sperimentazione straordinaria e positiva, alla quale guardare con interesse da molti punti di vista. Ma il tabù della sicurezza che sarebbe ormai garantita solo dalla luce sempre accesa è troppo forte. Già vedo nei social le prime proteste.
E’ vero che Sala è un sindaco che dice di saper tirare dritto. Ma se davvero l’ipotesi è quella del buio non gliela lasceranno fare. Ci scommetto.