La crisi climatica sta rapidamente accelerando e con essa le ondate di caldo stanno diventando più lunghe, più forti, più diffuse e frequenti. Secondo un’analisi dell’Unicef appena pubblicata, circa la metà dei bambini in Europa e in Asia centrale – 92 milioni – sono esposti ad un’elevata frequenza di ondate di calore molto dannose per la salute. Si tratta del doppio rispetto alla media globale che è di un bambino su quattro.
Per ondata di caldo s’intende qualsiasi periodo di tre giorni o più in cui la temperatura massima giornaliera è nel 10% superiore della media locale di 15 giorni, mentre l’alta frequenza viene considerata tale quando si verificano dalle quattro alle cinque ondate in su all’anno.
Beat the heat: protection children from heatwaves in Europe and Central Asia, questo il titolo del report realizzato con dati provenienti da 50 paesi, rileva che i bambini sono particolarmente vulnerabili agli impatti delle ondate di caldo, che li espongono al rischio di patologie gravi come il classico colpo di calore. I neonati e i bambini piccoli sono maggiormente a rischio, sottolinea l’Unicef, poiché la loro temperatura interna aumenta significativamente e più velocemente rispetto agli adulti. Il rapporto sottolinea inoltre che le ondate di caldo influenzano anche la capacità dei più piccoli di concentrarsi e di apprendere, mettendone a repentaglio crescita e istruzione.
A complicare ancora di più il quadro, spiega il report, è che non è così semplice per genitori e tutori identificare situazioni pericolose o sintomi di sofferenza nei bambini, perchè la maggior parte degli adulti vive il caldo in modo diverso ed è difficile trovare parametri adeguati.
“I paesi di tutta Europa e dell’Asia centrale stanno risentendo delle ondate di calore dovute alla crisi climatica più degli altri – dice Regina De Dominicis, direttrice regionale Unicef per l’Asia e l’Europa – C’è il pericolo che entro il 2050 la quasi totalità dei bambini sarà esposta a frequenti ondate di calore molto pericolose. La moltitudine di implicazioni negative sulla salute attuale e futura di una parte così significativa della popolazione infantile dev’essere un catalizzatore affinché i governi investano urgentemente in misure di mitigazione e adattamento”.
“La scienza dimostra che l’aumento delle temperature è il risultato del cambiamento climatico – dice l’organizzazione – L’Unicef esorta i governi di tutta Europa e dell’Asia centrale a ridurre le emissioni di CO2 per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius (accordo di Parigi, ndr) e raddoppiare i finanziamenti per l’adattamento entro il 2025″.
Più nello specifico, per aiutare a proteggere i bambini, l’organizzazione esorta i governi di tutta Europa e dell’Asia centrale a:
- Incorporare la mitigazione e l’adattamento delle ondate di caldo nei contributi nazionali determinati (NDC), nei piani nazionali di adattamento (NAP) e nelle politiche di riduzione del rischio di catastrofi e di gestione del rischio di catastrofi, mantenendo i più piccoli al centro di tutti i piani.
- Investire nell’assistenza sanitaria di base per sostenere la prevenzione, l’azione precoce, la diagnosi e il trattamento delle malattie legate al caldo tra i bambini, compresa la formazione di operatori sanitari e insegnanti della comunità.
- Investire in sistemi nazionali di allerta climatica precoce, eseguire valutazioni ambientali locali e sostenere la preparazione alle emergenze e le iniziative di costruzione della resilienza.
- Adeguare i servizi idrici, igienico-sanitari, sanitari, educativi, nutrizionali, di protezione sociale e di protezione dell’infanzia per far fronte agli impatti delle ondate di caldo.
- Garantire finanziamenti adeguati per finanziare interventi che proteggano i bambini e le loro famiglie dalle ondate di caldo.
- Fornire a bambini e giovani istruzione sul cambiamento climatico e formazione sulle competenze verdi.