“Con il nuovo Piano regionale l’Umbria compie un balzo in avanti, superando i ritardi determinati dalla mancanza di una programmazione coerente con le esigenze del territorio da parte delle Giunte precedenti. Con questo Piano, la nostra regione, si assicura un’organizzazione che garantisce la stabilità e l’autosufficienza del ciclo integrato dei rifiuti, collocandosi fra le realtà più avanzate in Italia e in Europa”.
Il vicepresidente e assessore regionale all’Ambiente, Roberto Morroni, commenta così l’approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa del Piano regionale per la gestione integrata dei rifiuti ed esprime “grande soddisfazione per il risultato conseguito che dimostra, ancora una volta, la coerenza, la solidità e la qualità dell’azione di governo di questa Giunta regionale”.
Obiettivi del nuovo Piano sono: incrementare la raccolta differenziata fino al 75% rispetto all’attuale 68%; portare a meno del 10% la quantità di rifiuti da conferire in discarica, attualmente oltre il 30%; incrementare il riciclo fino al 65% dall’attuale 57-58%, sempre entro il 2030. Un tassello fondamentale sarà la costruzione dell’inceneritore, un impianto da 160 mila tonnellate fortemente avversato sia dall’opposizione in Consiglio regionale che dalle numerose associazioni ambientaliste del territorio.
Qualche giorno fa, prima del voto in assemblea, Umbria Rifiuti Zero scriveva su facebook: “Da 14 anni l’Umbria vive come nel film ‘Il giorno della marmotta’, il cui protagonista si sveglia ogni mattina rivivendo la medesima situazione. Analoga è la situazione vissuta dai cittadini della nostra regione, da quando nel 2009 fu adottato il primo piano di gestione dei rifiuti che prevedeva la costruzione di un inceneritore per la chiusura del ciclo. I piani sono stati aggiornati, ma l’inceneritore è rimasto”.
Ancora: “Nonostante le direttive europee non prevedano incentivi (perché l’incenerimento e’ dannoso per la salute e per l’ ambiente), che il PNRR per lo stesso motivo non lo finanzia, che l’investi- mento sembri sproporzionato per il PIL umbro e per le quantità di rifiuti urbani da destinare all’incenerimento, che anche gli inceneritori cosiddetti di ultima generazione presentino seri pericoli ambientali e sanitari per i cittadini (non più monitorati con il registro tumori, fermo al 2018); ecco, nonostante tutto ciò, questa giunta regionale vuole procedere velocemente, prima della scadenza del proprio mandato, con l’iter autorizzativo”.
Secondo il nuovo piano l’impianto dovrebbe entrare in funzione entro gennaio 2028, ma non c’è ancora l’intesa su dove realizzarlo. A febbraio del 2024 è previsto l’inizio dell’iter progettuale gestito dall’Auri (l’Autorità umbra per i rifiuti e l’idrico), che in sostanza rappresenta i 92 Comuni umbri. Il costo dell’opera è stimato in circa 200 milioni di euro.
“Priorità del piano è la chiusura del ciclo dei rifiuti, concepiti come risorsa – ha aggiunto il vicepresidente regionale Morroni – ed è quanto garantirà la costruzione dell’impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti, sul modello dei sistemi di gestione già consolidati nelle regioni italiane del Nord e nei Paesi più all’avanguardia in Europa. L’Umbria è dunque pronta a voltare pagina, all’insegna dello sviluppo sostenibile”.