Fumata bianca per la nuova direttiva Ue sulle fonti rinnovabili, la cosiddetta Red 3 (Renewable energy directive). Parlamento e Consiglio europei hanno concordato di portare le rinnovabili al 42,5% del consumo complessivo finale di energia entro il 2030, con un’ulteriore ricarica indicativa del 2,5% che consentirebbe di raggiungere il 45%. La proposta di revisione, come di consueto, dovrà essere approvata da entrambe le istituzioni per diventare legge.
La revisione legislativa deriva dal pacchetto “Fit for 55”, che adatta la legislazione esistente in materia di clima ed energia per soddisfare il nuovo obiettivo Ue di una riduzione minima del 55% delle emissioni climalteranti. I negoziatori del Consiglio e del Parlamento hanno concordato in via provvisoria obiettivi settoriali più ambiziosi per trasporti, industria, edifici, teleriscaldamento e teleraffrescamento. Lo scopo dei sotto-obiettivi è quello di accelerare l’integrazione delle energie rinnovabili nei settori in cui l’incorporazione è stata più lenta.
“Sono contento che ci siamo riusciti. Il Consiglio ha ampiamente sostenuto i nostri obiettivi ambiziosi”, ha affermato Markus Pieper (PPE, DE), eurodeputato capogruppo per la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. “È così che la transizione energetica può avere successo. Questa direttiva sulle energie rinnovabili è un grande successo. Porta più energia rinnovabile, più protezione del clima e un’espansione più semplice e quindi più rapida delle energie rinnovabili in Europa. Questo ci avvicinerà agli obiettivi climatici di Parigi e ridurrà la nostra dipendenza dagli altri”.
“I negoziati sono stati estremamente difficili. Sono passati quasi due anni da quando abbiamo iniziato ad analizzare la proposta originale della Commissione e allora il mondo sembrava completamente diverso”, ha affermato l’eurodeputato capo della commissione per l’ambiente Nils Torvalds (Renew, FI). “La guerra in Ucraina ha indotto le parti negoziali a cambiare posizione molte volte, ma siamo riusciti a raggiungere un risultato accettabile per tutte le parti negoziali e garantire che l’UE rispetti i suoi obblighi climatici”.
Principali misure della proposta
Trasporti
L’accordo provvisorio dà la possibilità agli Stati membri di scegliere tra:
un obiettivo vincolante di riduzione del 14,5% dell’intensità di gas climalternti nei trasporti grazie all’uso di fonti rinnovabili entro il 2030
o un obiettivo vincolante di almeno il 29% di quota di rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030
L’accordo fissa un sotto-obiettivo combinato vincolante del 5,5% per i biocarburanti avanzati (generalmente derivati da materie prime non alimentari) e i carburanti rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. All’interno di questo obiettivo, vi è un requisito minimo dell’1% di combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti nel 2030.
Industria
L’intesa prevede che l’industria aumenti il proprio uso di energia rinnovabile ogni anno dell’1,6%. Si è convenuto che il 42% dell’idrogeno utilizzato nell’industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) entro il 2030 e il 60% entro il 2035.
L’accordo introduce la possibilità per gli Stati membri di scontare del 20% il contributo degli RFNBO in uso industriale a due condizioni:
se il contributo nazionale degli Stati membri all’obiettivo generale vincolante dell’UE corrisponde al loro contributo previsto
la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nello stato membro non è superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035
Edifici, riscaldamento e raffrescamento
L’intesa fissa un obiettivo indicativo di almeno il 49% di quota di energia rinnovabile negli edifici entro il 2030.
Prevede un aumento progressivo degli obiettivi rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, con un aumento vincolante dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. L’aliquota media annua minima applicabile a tutti gli Stati membri è integrata da ulteriori aumenti indicativi calcolati ad hoc per ogni Stato membro.
Bioenergia
L’accordo provvisorio rafforza i criteri di sostenibilità per l’uso della biomassa per l’energia, al fine di ridurre il rischio di una produzione di bioenergia non sostenibile. Garantisce l’applicazione del principio a cascata, con particolare attenzione ai regimi di sostegno e tenendo debitamente conto delle specificità nazionali.