Passi in avanti per il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti RenTRi, istituito lo scorso aprile. Con decreto direttoriale n.97 del 22 settembre 2023, il Ministero dell’Ambiente ha infatti adottato la “Tabella scadenze RenTRi” relativa alle date per l’iscrizione al Registro elettronico nazionale, all’entrata in vigore dei nuovi modelli (registro di carico e scarico e FIR), alle date per la tenuta del registro di carico e scarico in formato digitale e alla data per l’emissione del Formulario di Identificazione del Rifiuto in formato digitale.
Il RenTRi, sottolinea in una nota il Ministero, oltre ad assicurare una maggiore efficacia delle attività di controllo sui rifiuti, metterà a disposizione delle imprese e del sistema pubblico dati, servizi e informazioni per promuovere l’economia circolare e il recupero di materia.
Il nuovo sistema RenTRi
Il nuovo sistema aveva preso il via lo scorso aprile, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n.126 del 31 maggio 2023, del Decreto 4 aprile 2023, n. 59 concernente il Regolamento recante la «Disciplina del sistema di tracciabilità dei rifiuti e del registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti ai sensi dell’articolo 188-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152».
La tenuta del Registro cronologico di carico e scarico in modalità digitale diverrà obbligatoria a partire dal diciottesimo mese dall’entrata in vigore del decreto, mentre la gestione in modalità digitale del formulario di identificazione del rifiuto a decorrere dal trentesimo mese.
Il decreto RenTRi introduce i nuovi modelli di formulario di identificazione del rifiuto e del registro cronologico di carico e scarico dei rifiuti, che saranno vigenti a partire dal diciottesimo mese dall’entrata in vigore del decreto, ovvero a partire dal 15 dicembre 2024, mentre la gestione in modalità digitale del formulario di identificazione del rifiuto a decorrere dal trentesimo mese.
Manca ancora l’infrastruttura tecnologica
Come sottolinea però Riciclanews, il sistema non può ancora essere utilizzato perché al netto di questi progressi giuridico-amministrativi, si va molto a rilento su quelli tecnologici. Ad oggi infatti mancano ancora “l’infrastruttura tecnologica e le istruzioni d’utilizzo”, su cui tarda ad arrivare l’intesa decisiva tra imprese e Ministero sugli strumenti proposti dalla direzione generale economia circolare.