Con 22 voti a favore e 13 contrari, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato il nuovo Piano di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – Piano regionale dell’economia circolare, che arriva a distanza di cinque anni dall’ultimo.
“Con l’adozione del Prec inizia il percorso che ci vedrà confrontarci con la comunità toscana: con i suoi amministratori, con i corpi intermedi, con il mondo economico e produttivo, con i cittadini – ha dichiarato la presidente della commissione Territorio e ambiente, Lucia De Robertis – Il piano è la visione che questa Regione ha della gestione dei rifiuti urbani per i prossimi dodici anni, fra fase transitoria al 2028 e successiva fase a regime, pianificata fino al 2035”.
Il pilastro fondamentale su cui si basa il nuovo corso è la prescrizione che “ogni ATO persegua l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani a scala di ambito”, come ribadito dall’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni in Aula, che spiega: “Il punto non è l’autosufficienza in sè, ma il fatto, mai negato, che oggi la si ottiene attraverso un eccessivo ricorso alle discariche, il cui superamento è obiettivo prioritario del piano, che ha l’ambizione di portare, al 2028, la Toscana sotto il 10% del conferimento prescritto dall’Europa”.
Monni ricorda quindi che la strada scelta è quella di “uno sviluppo armonico ed equilibrato di una rete di impianti di riciclo e recupero, con tecnologie evolute e specializzate nella valorizzazione di ogni singola filiera”.
Nel 2021 erano arrivate ben 39 proposte di nuovi impianti nell’ambito dell’avviso pubblico bandito dalla Regione, di cui due risultano prossimi all’apertura, otto autorizzati e altri dieci in fase di valutazione.
“Anche nel metodo – aggiunge l’assessora Monni – abbiamo voluto indicare una strada maestra verso la trasparenza, che è uno dei requisiti indispensabili alla legalità: l’avviso pubblico ha reso cristallina la discussione su ogni singolo investimento, sebbene potenziale, e questo si accompagna alla scelta di gestire le decisioni relative agli scarti delle filiere produttive in tavoli aperti alle forze sociali e agli stakeholders in modo che il confronto sia sempre pubblico”.
Come ricorda invece la presidente della commissione Ambiente De Robertis, si aprono adesso sessanta giorni per le osservazioni, “momento fondamentale per comprendere la capacità dei territori di saper condividere gli ambiziosi obiettivi del piano”. Per i consiglieri rimane in questo lasso di tempo la possibilità di apportare modifiche anche profonde al documento.