“Prendiamo atto dell’attenzione prestata dai magistrati della Procura della Repubblica nei confronti dell’iniziativa giudiziaria intrapresa dal Comitato Torino Respira, evidentemente ritenuta meritevole di interesse a fronte delle condizioni di grave inquinamento in cui versa da molto tempo la città di Torino. Quella sulla qualità dell’aria è la prima indagine contro gli Amministratori pubblici in materia di reato di inquinamento ambientale, uno strumento a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine”, commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira
Da oltre dieci anni, infatti, le concentrazioni di elementi inquinanti in atmosfera superano abbondantemente i limiti stabiliti dalla normativa vigente e sono noti gli effetti negativi di tali superamenti sulla salute pubblica, in particolar modo sulle persone maggiormente fragili.
Il Comitato Torino Respira (nel quale figurano tra gli altri medici, esperti in materia ambientale e mobilità sostenibile) ha pertanto ritenuto doveroso richiedere l’intervento della magistratura penale, con l’assistenza giuridica degli avvocati Marino Careglio e Giuseppe Civale, anche alla luce dei nuovi reati ambientali introdotti nell’ordinamento nel 2015, che prevedono finalmente una specifica tutela giuridica penale della qualità dell’aria.
Le misure e gli atti intrapresi dalla Regione e dal Comune, gli enti preposti dalla legge alla gestione della qualità dell’aria nella città di Torino, sono a nostro avviso del tutto inadeguati e quindi appare configurabile una rilevanza penale della vicenda, in quanto il nuovo reato di inquinamento ambientale prevede una responsabilità anche a titolo colposo.
All’esposto iniziale presentato nel 2017 dal dott. Roberto Mezzalama, presidente di Torino Respira, sono seguite numerose memorie di approfondimento del tema depositate nel corso degli ultimi anni all’attenzione dei magistrati che si occupano dell’indagine, le ultime delle quali sulle “Evidenze scientifiche della relazione tra inquinamento atmosferico ed effetti della epidemia di Covid19” e sulla recente sentenza emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la quale l’Italia è stata condannata per i sistematici superamenti dei limiti di concentrazione di particelle di PM10 e per la mancata adozione di idonei piani per la qualità dell’aria (nella sentenza vi è una specifica censura al piano per la qualità dell’aria della Regione Piemonte, che prevede solo per il 2030 il raggiungimento del rispetto dei valori limite fissati per le concentrazioni di PM10).
Le iniziative legali promosse in questi anni dal Comitato Torino Respira vanno al di là del loro specifico oggetto, in quanto sono altresì finalizzate, da un lato, a sensibilizzare le istituzioni sul tema della lotta all’inquinamento dell’aria, essendo la tutela della salute dei cittadini e delle cittadine un dovere primario degli amministratori pubblici, e, dall’altro, a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, in quanto le azioni per ridurre l’inquinamento in modo sistematico e duraturo, oltre a tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente, rappresentano un elemento di innovazione tecnologica e sociale e contribuiscono certamente a migliorare l’attrattività e il benessere economico della città.
Il Comitato Torino Respira continuerà a seguire con attenzione l’indagine penale in corso e porterà avanti le sue numerose attività finalizzate alla tutela dell’ambiente.