Un evento complesso e di grande portata come Terra Madre a Torino necessita di un piano d’azione ben strutturato e collaborazioni strategiche, per offrire un evento a minor impatto ambientale possibile. Abbiamo intervistato Elisabetta Cane, responsabile Relazione Esterne di Slow Food, che in particolare si occupa della sostenibilità degli eventi per conoscere tutte le azioni che sono state adottate. Ecco che cosa ci ha raccontato nell’ultimo giorno di manifestazione.
“Quando parliamo di sostenibilità, ne parliamo a 360 gradi: ambientale, sociale, economica e culturale – spiega Cane – La prima è spesso la più tangibile e fornisce numeri concreti in termini di vendite e azioni. Azioni che se vengono fatte bene non le vedi nemmeno. Slow Food ha iniziato dal 2006 un percorso di abbattimento dell’impatto ambientale, chiamato sfide sistemiche. Questo approccio consiste nel ragionare a monte, dal design degli eventi fino alla gestione dei rifiuti e dei trasporti. È preferibile agire a monte piuttosto che compensare a valle, anche se sappiamo che l’impatto zero è irraggiungibile. Ci concentriamo quindi nel ridurre il più possibile l’impatto complessivo”.
Come riuscite a comunicare al pubblico le vostre azioni di sostenibilità?
Nei nostri eventi, come Terra Madre, creiamo esposizioni che condensano le azioni principali che compiamo. Non possiamo elencarle tutte, ma le raggruppiamo in macro-temi. Ad esempio, uno dei temi più rilevanti è la gestione dei rifiuti. Essendo eventi enogastronomici, produciamo grandi quantità di rifiuti e cerchiamo sempre di migliorare. Ogni edizione aggiungiamo nuove iniziative per ridurre l’impatto.
Come gestite la raccolta differenziata durante i vostri eventi?
Abbiamo creato 35 isole ecologiche presidiate in tutta l’area. Il presidio è fondamentale: è il punto di contatto tra pubblico e raccolta differenziata. Insegniamo ai visitatori a distinguere i materiali, e questo ha un impatto a lungo termine. Spesso, ciò che imparano qui, lo portano a casa e lo applicano nella vita quotidiana.
Quali sono le sfide maggiori nella gestione della raccolta differenziata?
Non è semplice. I simboli e i numeri sui materiali possono essere difficili da interpretare e la raccolta differenziata cambia da regione a regione, a volte persino all’interno della stessa regione. È quindi fondamentale fornire strumenti che permettano alle persone di riconoscere i materiali e adattarsi al contesto in cui si trovano.
Per quanto riguarda gli allestimenti degli eventi, come siete riusciti a renderli sostenibili?
Abbiamo utilizzato materiali riciclati e riciclabili ovunque possibile. Alla fine dell’evento, tutti gli spazi espositivi verranno smontati e riutilizzati per altri eventi. Le grafiche, ad esempio, vengono donate a un’associazione che crea oggetti di design da esse, come borse o portabottiglie. Inoltre, quest’anno abbiamo introdotto un tessuto speciale, chiamato theBreath, che assorbe lo smog. Questo tessuto sarà analizzato per misurare il livello di inquinamento dell’aria e poi trasformato in nuovi oggetti che continueranno ad assorbire sostanze inquinanti.
La mobilità sostenibile è un tema cruciale in eventi di queste dimensioni. Come gestite il flusso di visitatori?
Collaboriamo con GTT, il servizio di trasporti pubblici, per ridurre l’uso delle auto private. Abbiamo creato linee di trasporto ad hoc per collegare le stazioni ferroviarie e i parcheggi snodo all’evento. Inoltre, tutta l’energia utilizzata è verde e certificata, grazie anche alla collaborazione con Iren.
Avete un buon rapporto di collaborazione con le aziende e le municipalizzate?
Sì, ci sediamo a tavolino con tutti i partner coinvolti e creiamo l’evento in maniera collaborativa. Ogni attore, dai trasporti ai rifiuti, gioca un ruolo cruciale per raggiungere l’obiettivo di sostenibilità. Ad esempio, con Amiat abbiamo studiato tutto il sistema di raccolta differenziata per i visitatori e per gli espositori internazionali.
Come organizzate la raccolta differenziata per gli espositori?
Ogni espositore riceve indicazioni dettagliate prima dell’evento e una mappa delle isole di raccolta. Una volta arrivati, ricevono un kit con sacchi colorati, ognuno corrispondente a una frazione di rifiuto, insieme a istruzioni dettagliate per fare la raccolta differenziata correttamente.