Due settimane fa oggi, Torino si preparava all’apertura di Terra Madre, l’edizione 2022 della più importante kermesse italiana sulle tematiche del cibo “sano, pulito e giusto”. E siccome il cibo non può essere “pulito” se non lo è anche l’ambiente in cui viene prodotto e consumato, l’associazione Eco dalle Città è stata incaricata di istituire un servizio essenziale per una manifestazione così grande: quello delle “Sentinelle Antispreco”, un dispiegamento di giovani donne e uomini deputato a presidiare le ecoisole, aiutando i visitatori della fiera a differenziare correttamente i rifiuti.
Per poter svolgere un servizio capillare che è necessario quando i numeri sono così grandi (superate le 350.000 presenze, nuovo record per il Salone del Gusto), le Sentinelle sono state coadiuvate da alcune decine di giovanissimi studenti che hanno svolto ore di p.c.t.o., la vecchia alternanza scuola-lavoro, provenienti da tre istituti torinesi: il liceo scientifico “Cattaneo”, l’artistico “Cottini” e l’I.I.P.S. “Lagrange”.
L’esperienza delle giornate vissute lavorando al Parco Dora non ha lasciato indifferenti nessuno fra loro, dai più giovani che chiedevano sorridendo “Ma ci rivediamo fra due anni per farlo di nuovo?”, alle stesse Sentinelle, alcune delle quali hanno voluto lasciarci una testimonianza rispetto a quello che hanno osservato e provato.
Come per esempio Marilena Spadafora, che dice: “La tematica dei rifiuti è una tematica che mi sta molto a cuore. Nonostante questo, non avrei mai pensato di poter svolgere un servizio che mi permettesse di dare un contributo concreto di sostenibilità nei confronti di tale causa. È stata un’esperienza molto formativa per me e ho riscontrato apprezzamento e gratitudine nei confronti del nostro lavoro”. Un ricordo simile a quello che conserva uno dei suoi compagni d’avventura, Matteo Rowinsky: “La cosa che sicuramente mi ha stupito di più è stata la disponibilità all’ascolto e la riconoscenza da parte della maggioranza dei visitatori verso le Sentinelle Antispreco e l’attività che svolgevano, a dispetto del fatto che, a mio parere, in certi momenti potevamo risultare persino invadenti!”. Aggiunge poi, il giovane studente universitario, una riflessione critica: “Temo che molti, fra gli sponsor e i partecipanti, vedano l’evento come una mera fonte di lucro”. E se così fosse, sarebbe da parte loro sicuramente un’occasione persa per aumentare la sostenibilità di un evento di massa e marcare in questo modo la differenza con le altre grandi fiere.
Il personale impegnato alle ecoisole era molto consapevole della delicatezza del proprio impegno. Serena Campanella lo testimonia: “Nell’indifferenziato la gente, c’erano volte, che avrebbe voluto buttar di tutto. Appena appariva un qualche rifiuto indefinito, finiva nell’indifferenziato. Una disattenzione momentanea avrebbe sicuramente portato a trovare anche la plastica dove la plastica proprio non la bisognerebbe trovare. Però erano eccezioni di chi ancora non si vuole rassegnare alla salvaguardia di un pianeta che fatica a stare al mondo, quello che ci permette di vivere”. Lo conferma un’altra sentinella, Irene Croce: “Non tuttə lə passantə si sono dimostratə volenterosə di imparare; varie persone non sono abituate a sentirsi dire “stai sbagliando, dovresti farlo diversamente” e tendono a prenderlo come un attacco personale, anche se detto con un sorriso e in modo amichevole”. Conclude, poi: “Tuttavia, nel complesso, ho riscontrato molte più persone soddisfatte di aver fatto adeguatamente la differenziata, le quali sono andate via dai cassonetti contente, ringraziando per l’aiuto”.