Terra dei fuochi, Italia condannata dalla Corte per i diritti umani

La vita degli abitanti della "Terra dei fuochi" è a rischio e lo Stato Italiano non fa nulla per proteggere i cittadini dai gravissimi danni derivanti da decenni di rifiuti tossici interrati illegalmente tra le province di Napoli e Caserta. Lo ha sancito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che giovedì 30 gennaio ha condannato l’Italia, stabilendo che il paese deve introdurre, senza indugio, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno. La sentenza è definitiva

La vita degli abitanti della “Terra dei fuochi” è a rischio e lo Stato Italiano non fa nulla per proteggere i cittadini dai gravissimi danni derivanti da decenni di rifiuti tossici interrati illegalmente tra le province di Napoli e Caserta. Lo ha sancito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che giovedì 30 gennaio ha condannato l’Italia, stabilendo che il paese deve introdurre, senza indugio, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno. La sentenza è definitiva.

Secondo la Cedu “il Governo non ha dimostrato che le autorità italiane hanno affrontato il problema della Terra dei Fuochi con la diligenza giustificata dalla gravità della situazione” e “che non hanno dimostrato che lo Stato italiano ha fatto tutto ciò che poteva essere richiesto per proteggere le vite dei ricorrenti”.  Vi è stata dunque “una violazione” degli articoli 2 e 8 della Convenzione sulla protezione dei diritti umani.

I ricorrenti erano 41 cittadini italiani residenti nelle province di Caserta e Napoli e cinque organizzazioni con sede in Campania. Il caso riguardava nello specifico “lo scarico, l’interramento e l’incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, in alcune zone della Terra dei Fuochi, dove vivono circa 2,9 milioni di persone. Nell’area interessata è stato registrato un aumento dei tassi di cancro e dell’inquinamento delle falde acquifere”.