Sta facendo molto discutere la telecamera installata dal Comune di Torino in via Vanchiglia per controllare, e sanzionare, le auto che percorrono indebitamente la corsia riservata al trasporto pubblico. Questa, accesa ma non ancora in esercizio, fa parte, come altre, di una giusta strategia di rilancio del trasporto pubblico, che vede nel controllo delle corsie preferenziali già esistenti, e quindi nella loro reale efficacia, la chiave per l’abbassamento della velocità commerciale dei mezzi, a sua volta condizione necessaria perché il trasporto pubblico sia una reale alternativa all’auto privata.
Nello specifico, la corsia riservata in via Vanchiglia esiste da sempre, ma data la costante doppia fila sulla corsia riservata ai mezzi privati, è totalmente inefficace perché percorsa da tutti coloro che trovando la strada occupata sono costretti a scartare le auto in divieto, a meno che non vogliano attendere per decine di minuti i (porci) comodi di chi ha mollato l’auto in mezzo alla strada per farsi gli affari propri.
La malasosta è così radicata nelle abitudini che alcuni commercianti ne parlano come una sorta di tradizione del quartiere da salvaguardare.
È vero che chi fosse costretto a una fermata, anche solo per far scendere una persona anziana o ad aprire un portone per accedere a un cortile, bloccherebbe, se pure per poco, la corsia di transito, dato che è difficile trovare dei posti regolari liberi per una sosta breve. E questo è il secondo problema: l’area di sosta di via Vanchiglia prevede un disco orario di un’ora, proprio per garantire un certo ricambio, ma a quanto riferiscono alcuni residenti, è facile che le auto sostino anche diversi giorni senza spostarsi. Probabilmente un’ora è un tempo già troppo lungo, ma se inoltre non viene controllata, risulta totalmente inutile.
E così negli anni è passata l’idea che alla fine parcheggiare in doppia fila sia un piccolo peccato veniale, che non se ne possa fare a meno, che in nome dell’economia sia una pratica da tollerare.
Anche perché c’è una sorta di leggenda metropolitana che fa credere ai commercianti che la doppia fila favorisca il commercio. In realtà la malasosta, contro la quale ricordo è stato votato una mozione in Consiglio Comunale presentata dalla Capogruppo di Sinistra Ecologista Sara Diena, non solo non aiuta chi deve vendere, ma rende spesso lo spazio pubblico caotico e invivibile, allontanando le persone che si muovono a piedi e in bicicletta, che sono di solito le persone del quartiere che fanno acquisti nei negozi di prossimità.
Al contrario, come recentemente dimostrato da Via Monferrato pedonale, dove c’è un tessuto commerciale di qualità, uno spazio sicuro e piacevole dove passeggiare in tranquillità invoglia molto di più a fare acquisti frequentemente e vicino a casa. Questa realtà vale anche per via Vanchiglia dove la perenne doppia fila non aiuta veramente nessuno: non chi deve transitare in auto o con i mezzi pubblici e tantomeno in bicicletta, non chi vorrebbe camminare in un luogo piacevole e sicuro, non i commercianti che avranno una clientela, nella migliore delle ipotesi, mordi e fuggi, poco propensa ad acquisti meditati, con l’ansia di prendere una multa.
Via Vachiglia, come molte vie della nostra Città, merita una maggiore attenzione e vivibilità. Quale arteria commerciale viva, non può essere relegata a mero asse di attraversamento automobilistico della città. Lo meritano i negozi, lo meritano i residenti, lo meritano le persone che si muovono, per scelta o necessità, con un mezzo pubblico, che non possono essere costrette a rimanere per minuti in coda su un tram che percorre, solo in teoria, una corsia preferenziale.
Va trovata una soluzione di qualità, che non solo impedisca a chi non ha nessun rispetto delle regole e del prossimo di intasare un pezzo del quartiere, ma che possa restituire ai cittadini una bella area commerciale.
Prima di tutto deve essere ben chiaro il messaggio che la sosta in doppia fila non è una leggerezza senza conseguenze, da tollerare in nome di un presunto interesse commerciale: la malasosta genera insicurezza, caos, code, inquinamento, ritardi per il sistema di trasporto pubblico. È il sopruso di pochi che nega il diritto di tanti. Come si dovrebbe intervenire?
Nel breve periodo deve essere garantito il ricambio dei posti auto, abbassando se necessario il tempo di sosta negli spazi consentiti che devono essere controllati con assiduità e rigore. Vanno estesi i posti di carico/scarico per consentire a chi rifornire i negozi di trovare posto senza bloccare la circolazione. Contemporaneamente deve essere sanzionata senza riserve la sosta irregolare, affinché si ristabilisca il concetto che la doppia fila è vietata e pericolosa.
Ma tutto questo non è sufficiente. Nel medio periodo devono essere poste le basi per un progetto che ridia qualità alla via e al quartiere, immaginando che Via Vanchiglia non abbia nulla di meno di altri vie a bassa percorrenza di auto. Tutta l’area di Vanchiglia appartiene di fatto al centro città e potrebbe benissimo far parte dell’area della ZTL centrale. Via Vanchiglia potrebbe essere una via tram-pedonale vocata al commercio, come è ad esempio via Milano.
Dobbiamo iniziare a costruire una città a misura di bambino in cui al primo posto ci sia la salute e la vivibilità. Non è possibile che le nostre strade siano relegate al ruolo di parcheggi a cielo aperto e di meri assi di scorrimento. Il nostro obiettivo è una città a misura di persona e non di traffico, disposta a mettere in discussione il paradigma dell’auto se necessario in nome della qualità della vita.
Torino, telecamera via Vanchiglia: giusto controllare la corsia riservata al trasporto pubblico
Lo dice Giuseppe Piras, coordinatore della II commissione della Circoscrizione 7, di cui pubblichiamo una lunga nota: "Sta facendo molto discutere la telecamera installata dal Comune di Torino in via Vanchiglia per controllare, e sanzionare, le auto che percorrono indebitamente la corsia riservata al trasporto pubblico. Questa, accesa ma non ancora in esercizio, fa parte, come altre, di una giusta strategia di rilancio del trasporto pubblico, che vede nel controllo delle corsie preferenziali già esistenti, e quindi nella loro reale efficacia, la chiave per l’abbassamento della velocità commerciale dei mezzi, a sua volta condizione necessaria perché il trasporto pubblico sia una reale alternativa all’auto privata"