Tramite un comunicato stampa, il Tavolo della Domanda ha espresso il suo apprezzamento verso le misure prese dall’ultimo Cdm sul caro energia. Ha però anche lanciato un appello per esprimere la necessità di interventi più strutturali e soprattutto concordati a livello europeo.
“Il Consiglio Europeo adotti rapidamente una decisa posizione organica e centralizzata sul tema dell’energia, evitando che siano i diversi Paesi Membri a dover adottare misure individuali dimensionate sulle diverse capacità fiscali, e dunque amplificando le differenze strutturali infra comunitarie dei diversi Paesi”.
Questo l’auspicio espresso dal Tavolo della Domanda alla luce delle misure prese dal Cdm sul caro energia, ricordando che il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha sempre sostenuto che è fondamentale che l’Europa si faccia carico del problema rispondendo in modo unitario ad una crisi che sta colpendo l’Unione Europea nel suo insieme.
Il Tavolo della Domanda torna a chiedere la messa a terra delle misure strutturali da esso proposte: gas release e programma di investimenti in impianti rinnovabili con electricity release e apprezza, per il breve periodo, le misure relative all’apertura del credito di imposta sull’energia anche per le PMI e la possibilità di rateizzare le bollette di aprile e maggio.
Ma soprattutto “valuta positivamente il coraggioso intervento del Governo nell’affidare ad ARERA il compito di individuare eventuali extra profitti a vantaggio delle imprese energetiche, che il Tavolo della Domanda ha sempre detto di dover recuperare in favore soprattutto delle PMI.”
Il Governo doti adesso l’ARERA, conclude, di tutti gli strumenti tecnici e giuridici per individuare nell’ambito di tale compito tutte le rendite di posizione che la crisi energetica rischia di amplificare e rendere sempre più opprimenti per il consumatore.
Il Tavolo della Domanda (composto da Assocarta, Assofond, Assomet, Assovetro, Confindustria Ceramica, Federacciai, Federbeton, Federchimica e il Coordinamento dei Consorzi Energia di Confindustria) rappresenta circa 90 miliardi di fatturato, pari al 5% del valore aggiunto nazionale. Esportano il 60% della produzione ed occupano 700.000 addetti. Sono parte integrante della green economy e dell’economia circolare in quanto consentono l’effettivo riciclo delle materie prime seconde nei rispettivi settori.