ClientEarth, WWF European Policy Office, Transport & Environment (T&E) e BUND (Friends of the Earth Germania) hanno presentato oggi (martedì 18 aprile, ndr) un ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione Europea contro il rifiuto della Commissione europea di rimuovere il gas fossile dalla Tassonomia della finanza sostenibile dell’Ue.
L’atto delegato complementare (CDA) della tassonomia, adottato in modo controverso nel luglio 2022, classifica alcuni usi del gas come “sostenibili” dal punto di vista ambientale. Le ONG sostengono che questi usi del gas non possono essere considerati sostenibili, visti i loro impatti negativi sull’ambiente: “Il gas fossile è una fonte di energia ad alto contenuto di carbonio quando viene bruciato; inoltre, quando il metano viene disperso nell’atmosfera, il suo impatto sul clima è oltre 80 volte maggiore della CO2 nell’arco di 20 anni”.
Classificare il gas fossile come “sostenibile” rischia anche di peggiorare la dipendenza dell’UE dal gas, sottolineano gli ambientalisti, aumentando la domanda di gas europea, che dovrà poi essere importato. Ciò esporrebbe l’Ue a una maggiore volatilità, dipendenza dai paesi produttori e crisi di approvvigionamento in futuro, con potenziali ulteriori impatti devastanti sulle bollette delle famiglie.
Nel ricorso, le ONG sostengono che il CDA sia in contrasto con le leggi dell’Ue, dallo stesso regolamento sulla tassonomia alla legge europea sul clima, nonché anche contro gli obblighi dell’Unione europea ai sensi dell’accordo di Parigi sul clima.
Il regolamento sulla tassonomia richiede che la classificazione delle tecnologie sia basata sulla scienza. Tuttavia, la Commissione europea è andata contro il parere dei suoi consulenti scientifici quando ha etichettato questi usi del gas come “sostenibili”, dicono le ONG. La Commissione ha inoltre ignorato l’obbligo della Legge Europea sul Clima di valutare e considerare l’impatto sul clima del CDA.
Inoltre per le organizzazioni “un problema poco riconosciuto è che il CDA è in contrasto con le politiche sul gas di molte istituzioni finanziarie. La politica della Banca europea per gli investimenti del 2019 in materia di prestiti relativi all’energia ha effettivamente escluso il finanziamento del gas fossile, il suo presidente ha affermato che ‘il gas è finito’. E il mercato globale dei green bond sta già seguendo la pratica comune di escludere il gas fossile”.
ClientEarth, WWF, T&E e BUND dichiarano: “Etichettare il gas fossile come ‘sostenibile’ è tanto assurdo quanto illegale. Va contro il parere scientifico dell’UE e mina fondamentalmente la credibilità dell’azione per il clima dell’UE. Il gas fossile non è pulito, non è economico e non è una fonte di energia sicura. La tassonomia ha lo scopo di aiutare l’UE a raggiungere i suoi obiettivi climatici. Invece, l’inclusione di alcuni investimenti sul gas intende fare il contrario, incanalando ulteriori fondi su questa fonte dannosa e ben lontana dalle fonti di energia veramente sostenibili. Stiamo portando la Commissione in tribunale nella speranza di restituire un po’ di credibilità alla tassonomia ed evitare questo enorme rischio per il clima e la sicurezza energetica dei cittadini europei”.
L’udienza presso il Tribunale potrebbe tenersi nella seconda metà del 2024 e la sentenza potrebbe essere emessa nel 2025. I promotori del ricorso auspicano una sentenza che costringa la Commissione a rivedere l’atto delegato complementare.