Cinque ONG ambientaliste e dei consumatori hanno lasciato la Piattaforma sulla finanza sostenibile, il gruppo di esperti della Commissione europea incaricato di elaborare raccomandazioni tecniche per la tassonomia dell’Unione Europea. Le associazioni sono: l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), Birdlife Europe and Central Asia, Environmental Coalition on Standards (ECOS), Transport & Environment e il WWF European Policy Office.
I gruppi della società civile sostengono, infatti, che la Commissione abbia interferito politicamente nel lavoro della Piattaforma. Le ONG denunciano inoltre che la Commissione ha ripetutamente ignorato le raccomandazioni del gruppo di esperti, in particolare per quanto riguarda la silvicoltura, la bioenergia, l’energia derivante dall’uso del gas e l’energia nucleare, senza fornire alcuna solida giustificazione scientifica per queste decisioni.
La Commissione è tenuta per legge a giustificare i criteri della tassonomia sulla base di “prove scientifiche conclusive”. Tuttavia, Bruxelles ha scelto di ignorare la scienza e di ascoltare le lobby industriali per diversi settori critici.
Nonostante le raccomandazioni della Piattaforma basate su dati scientifici [1], la Commissione ha incluso gas e nucleare tra gli investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale [2]. La decisione è stata confermata dai governi dell’UE e dal Parlamento europeo ed è ora diventata legge europea [3].
I gruppi della società civile hanno informato il Commissario europeo Mairead McGuiness delle loro dimissioni con una lettera.
Sebastien Godinot, economista senior del WWF EPO, ha dichiarato:
“I governi e le lobby europee hanno minato pesantemente la credibilità della Tassonomia UE e la Commissione si è piegata di fronte a loro. Non crediamo più che questa Commissione permetterà alla Piattaforma di lavorare in modo indipendente e con integrità, quindi non possiamo più far parte di questo processo”.
Luca Bonaccorsi, Direttore Finanza Sostenibile di T&E, ha dichiarato:
“La tassonomia UE doveva essere uno strumento per combattere il greenwashing. Invece, è diventata un pericoloso strumento di greenwashing, con incentivi per il gas fossile, il biogas e il disboscamento indiscriminato e l’incendio delle foreste. Dopo anni passati a cercare di costruirlo, ora è il momento di fare una campagna per convincere gli investitori a non seguirlo”.