Domenica, in Svizzera, è stato approvato un referendum per l’approvazione di una legge che mira a ridurre l’uso di combustibili fossili e raggiungere la “neutralità carbonica” entro il 2050. Questo obiettivo implica la capacità di rimuovere dalla atmosfera una quantità di anidride carbonica (o altri gas serra) pari a quella che viene emessa.
La legge, ottenendo il 59,1% dei voti favorevoli, prevede specificamente una graduale riduzione dell’utilizzo di petrolio e gas importati, nonché un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili all’interno del paese. Tale legge è stata proposta come contropartita all’iniziativa denominata “Iniziativa per i ghiacciai”, che proponeva misure ancora più drastiche per contrastare lo scioglimento dei ghiacciai causato dalla crisi climatica. Tuttavia, l’iniziativa è stata respinta dal parlamento.
Al momento la Svizzera dipende per circa il 70% dalle importazioni di energia e, a causa della crisi climatica, ha perso circa un terzo del volume dei suoi ghiacciai tra il 2001 e il 2022. La legge vigente richiede che il paese raggiunga la neutralità carbonica entro il 2050 e prevede incentivi finanziari per promuovere la transizione verso tecnologie più sostenibili, nonché sostegno e agevolazioni per le imprese che adottano tali soluzioni.
La proposta di legge ha ricevuto il sostegno di quasi tutti i principali partiti svizzeri, ad eccezione dell’Unione Democratica di Centro (SVP-UDC), un partito di destra e conservatore, che ritiene che la legge comporti problemi nell’approvvigionamento energetico e un aumento dei costi. Nel 2021, gli svizzeri avevano respinto in un altro referendum l’adozione di nuove misure volte a limitare le emissioni di anidride carbonica, il principale gas responsabile dell’effetto serra e del riscaldamento globale.
In un’altra questione referendaria dello scorso weekend, il 78,5% degli elettori svizzeri ha approvato l’introduzione di un’aliquota fiscale minima del 15% per le grandi multinazionali. Gli svizzeri hanno anche votato a favore della proroga di alcune misure di emergenza legate alla pandemia da coronavirus, tra cui la possibilità di continuare a finanziare la ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci contro il virus. L’affluenza alle urne è stata del 42,5%.
In risposta al voto di domenica, Céline Vara, parlamentare del Partito Verde, si è dichiarata entusiasta del risultato. “Gli svizzeri hanno capito che la legge sul clima è essenziale per compiere un primo passo e iscrivere nella legge svizzera un obiettivo chiaro per il 2050. Quando si ha un obiettivo chiaro, è possibile mettere in atto le misure necessarie”, ha dichiarato.
Roger Nordmann, parlamentare socialdemocratico di centro-sinistra, ha affermato che il risultato è storico e “oltre ogni aspettativa”. “Con un voto storico, è la prima volta che i cittadini approvano una legge sul net-zero. L’importante lezione appresa è che il sostegno finanziario e gli investimenti funzionano molto meglio delle tasse e degli obblighi”.
Le organizzazioni ambientaliste, Greenpeace e il WWF, hanno sollecitato l’attuazione tempestiva e completa della nuova legislazione sul cambiamento climatico. “Questo risultato dimostra che la popolazione svizzera è più determinata che mai a assumersi la responsabilità di migliorare la salvaguardia del clima”, ha dichiarato il WWF. Inoltre, ha affermato che ciò fornisce al Senato un chiaro mandato per affrontare la revisione della Legge sulle Emissioni di CO2 durante la prossima sessione autunnale.