L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, per raggiungere 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – si avvale anche dell’apporto della società civile. A quanto pare però questo sostegno non sta funzionando come dovrebbe.
Secondo lo European Environmental Bureau, la prima revisione volontaria dell’UE degli SDG (obiettivi di sviluppo sostenibile) ha rivelato come “il cambiamento partecipativo e trasformativo sia ancora fuori portata nonostante la retorica della Commissione. Ha il potenziale per innescare un audace ripristino politico dell’agenda SDG”, ma per ora “non va abbastanza lontano, con organizzazioni della società civile e cittadini messi da parte nella sua stesura e sviluppo. In aree chiave come la riduzione della povertà, la lotta alle disuguaglianze e la triplice crisi del clima, della biodiversità e dell’inquinamento, secondo SDG Watch Europe i progressi stanno addirittura regredendo. La revisione volontaria manca di una visione reale per i cambiamenti strutturali e non è collegata ad alcun piano d’azione a livello dell’UE per affrontare le lacune e le sfide sull’attuazione degli SDG”.
Una richiesta chiave delle organizzazioni della società civile era che l’European Voluntary Review fosse una buona pratica inclusiva nella governance partecipativa per l’Agenda. Molti Stati membri dell’UE hanno cercato di aprirsi alla società civile e ai cittadini durante lo svolgimento delle proprie revisioni volontarie. Nonostante gli sforzi del Comitato economico e sociale europeo per condurre una consultazione delle parti interessate in tarda giornata, l’UE non è riuscita a consultare adeguatamente i cittadini, né ha contattato le ONG al di fuori delle reti europee.
“C’è un’evidente necessità di passare da un esercizio basato su caselle di spunta alla creazione di opportunità reali per la partecipazione dei cittadini e della società civile per coinvolgere l’intera società per lo sviluppo sostenibile e per gli SDG”, afferma Manuela Gervasi, Senior Policy Officer for Public Partecipazione e sviluppo sostenibile, EEB e membro del gruppo direttivo di SDG Watch Europe.
Mentre i governi intensificano i preparativi per il forum politico di alto livello di luglio a New York e il vertice sugli SDG che si terrà a settembre, l’Europa deve ora mostrare una vera leadership sugli SDG sulla scena mondiale. Con molti paesi travolti da ostinate crisi economiche inflazionistiche e shock globali che rischiano di cancellare i progressi vitali degli OSS, l’UE dovrà rilanciare uno spirito di cooperazione multilaterale e promuovere la volontà politica necessaria per raggiungere gli impegni di sostenibilità assunti nel 2015.