Leggo che i sindaci italiani hanno preso l’iniziativa di spegnere per un’ora alcune illuminazioni monumentali per protestare contro il caro energia. L’iniziativa è stata presa tra le 20 e le 21. Premesso che non si intende qui contestare la opportunità o necessità di illuminare i monumenti prima delle 21, mi verrebbe da dire che si usa come forma di protesta quella che forse dovrebbe essere una proposta. Vi ricordate “m’illumino di meno”? Le luci non venivano spente per protesta, per chiedere al Governo di pagare l’aumento del prezzo del gas invece di lasciarlo nelle bollette. Le luci venivano spente per invitare a inventare e a praticare risparmi energetici.
Certo, i consumi energetici provocati dalla illuminazione pubblica stradale e monumentale non sono i principali consumi della vita nazionale. Ma spesso sono quelli più palesemente inutili. In molte città si illuminano monumenti e facciate anche per tutta la notte, tutte le notti, anche quando non passa nessuno di nessuno. E sulla illuminazione stradale, certo, i Led hanno diminuito i consumi di ogni singolo punto luce, ma la quantità e la potenza dei punti luce sono aumentate a dismisura negli ultimi anni. L’aumento della illuminazione notturna, pubblica o commerciale, è stato eccezionale, incredibile. Bisognerebbe innescare la marcia indietro.
Spegnere un po’ prima, o anche presto la sera a giorni alterni, la illuminazione pubblica monumentale la renderebbe anche più affascinante e apprezzata quando c’è. Forse la confusione tra iniziative di risparmio e iniziative di protesta può riaprire il dibattito? Sindaci siate più “illuminati”.