Via libera dal Consiglio Ue alla revisione del Regolamento sulle spedizioni di rifiuti. Dopo il Parlamento, il 25 marzo anche Bruxelles ha adottato la sua posizione sulla norma che mira “a ridurre le spedizioni di rifiuti problematici verso paesi terzi, ad aggiornare le procedure di spedizione per riflettere gli obiettivi dell’economia circolare e della neutralità climatica, ad utilizzare la presentazione elettronica e lo scambio di informazioni e a migliorare l’applicazione e contrastare le pratiche illegali”.
Stabilisce inoltre misure per garantire che i rifiuti vengano inviati solo verso destinazioni dove vengono adeguatamente trattati in modo rispettoso dell’ambiente. Secondo le nuove regole, i rifiuti non possono essere inviati verso paesi non OCSE, a meno che il paese non indichi la propria disponibilità a importare tali rifiuti e possa dimostrarne la gestione ecologicamente corretta, attraverso un audit preventivo da parte di organismi indipendenti e un monitoraggio effettuato dalla Commissione.
Passaggi attuativi
La Commissione Ue aveva pubblicato la sua proposta di aggiornamento del regolamento sulle spedizioni di rifiuti il 17 novembre 2021; due anni dopo è stato raggiunto un accordo provvisorio tra i colegislatori, confermato da Coreper e commissione ENVI a gennaio 2024. Il Parlamento europeo ha poi adottato la sua posizione in prima lettura durante la sessione plenaria del 27 febbraio 2024. Il voto del Consiglio chiude la procedura di adozione. Il regolamento sarà ora firmato dai colegislatori e verrà poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione.
Principali elementi del regolamento
Il regolamento vieta le spedizioni di tutti i rifiuti destinati allo smaltimento all’interno dell’UE, a meno che non siano concordati e autorizzati mediante la procedura di notifica e autorizzazione preventiva scritta (“PIC”). Questa procedura richiede che i notificatori all’interno dell’UE e gli esportatori verso paesi terzi notifichino e ricevano conferma scritta dai paesi di spedizione, destinazione e transito prima dell’esportazione. Comprende scadenze e scadenze specifiche per garantire un processo efficiente.
D’altro canto, le spedizioni intra-UE di rifiuti per operazioni di recupero che rientrano nella categoria della “lista verde” continueranno a essere consentite attraverso la procedura meno rigorosa stabilita negli obblighi generali di informazione.
Il testo mantiene il divieto per gli Stati membri di esportare rifiuti destinati allo smaltimento verso paesi terzi e di esportare rifiuti pericolosi destinati al recupero verso paesi non OCSE. Il regolamento rivisto introduce un divieto sulle esportazioni di rifiuti di plastica non pericolosi verso i paesi non OCSE. Questi ultimi possono, dopo un certo periodo di tempo, dichiarare la propria disponibilità a importare rifiuti di plastica dell’UE se soddisfano rigorosi standard di gestione dei rifiuti. La loro richiesta dovrà essere valutata positivamente dalla Commissione prima che il divieto possa essere revocato.
I rifiuti di plastica non pericolosi possono essere esportati verso i paesi OCSE nell’ambito della procedura di notifica “PIC”, ma saranno soggetti a un controllo specifico da parte della Commissione.