La sindaca di Torino, Chiara Appendino, e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sarebbero tra i destinatari degli avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della procura di Torino sull’inquinamento ambientale. Secondo quanto si apprende, analogo provvedimento sarebbe stato notificato ai loro predecessori, Piero Fassino e Sergio Chiamparino, oltre agli assessori all’Ambiente che si sono succeduti negli ultimi anni.
Gli avvisi di garanzia riguardano dunque i vertici istituzionali di Regione Piemonte e Comune di Torino, non soltanto quelli attuali. Il reato ipotizzato per il quale si procede è quello di Inquinamento Ambientale, disciplinato dall’art. 452 bis c.p. del Codice Penale, un “ecoreato” entrato in vigore nel maggio del 2015.
L’inchiesta è coordinata dal pm Gianfranco Colace e nasce dall’esposto di Roberto Mezzalama, ingegnere esperto di valutazioni in impatto ambientale, appartenente al comitato Torino Respira. Il documento, del maggio 2017, sostiene che la Città di Torino versa in una “situazione di illegalità da almeno dieci anni” per il ripetuto sfondamento dei valori Pm10 previsti da una direttiva comunitaria del 2008 ed è per questo che la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia. Secondo l’esperto, che ha corredato la propria relazione con dati, riferimenti giuridici e stralci di rapporti ufficiali, gli atti e le misure adottate da Regione e Comune sono inadeguati.
Le reazioni a caldo
“Il lavoro di questa Amministrazione a difesa della qualità dell’aria, dell’ambiente e della sostenibilità è sotto gli occhi di tutti. Gli sforzi e le iniziative messe in campo in questi anni ci sono stati riconosciuti anche a livello europeo. Porteremo tutto il lavoro svolto le iniziative intraprese a difesa della qualità dell’aria sul tavolo del magistrato che sta svolgendo le indagini” a dichiararlo è la sindaca di Torino, Chiara Appendino.
“In merito alla gestione degli interventi di contrasto all’inquinamento sono assolutamente tranquillo: pur avendo affrontato una situazione ampia e complessa, ritengo di avere sempre lavorato per ridurre l’inquinamento e per migliorare la qualità ambientale della nostra Regione e di essermi impegnato per tutelare il Piemonte insieme alle altre Regioni dell’area padana; quando mi saranno mossi gli specifici addebiti risponderò nelle sedi preposte” così il Consigliere regionale del Partito Democratico Sergio Chiamparino commenta la notizia dell’avviso di garanzia per smog.
“Questa mattina abbiamo ricevuto un invito a comparire nell’ambito di una inchiesta per fatti che partono dal 2015 e riguardano le misure a contrasto dell’inquinamento atmosferico sulla qualità dell’aria. Trattandosi di una contestazione fondata esclusivamente su elementi di carattere tecnico e scientifico, abbiamo dato mandato alla Direzione regionale Ambiente e all’Arpa di predisporre tutta la documentazione che comprova come la Regione abbia sempre operato nel pieno rispetto della normativa italiana ed europea, non solo per dovere di legge ma anche perché la qualità dell’aria e il rispetto dell’ambiente rappresentano una priorità assoluta”: lo dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Il commento di Paolo Hutter, ex assessore all’Ambiente del Comune di Torino
“Sono stato assessore comunale all’Ambiente da settembre 1999 a maggio 2001. Quello fu il periodo in cui venne fuori l’emergenza smog in tutta Italia. L’allora ministro Ronchi varò le domeniche a piedi. Ci furono molte discussioni e molte polemiche sui primi provvedimenti anti smog” dichiara Paolo Hutter, ex assessore all’Ambiente del Comune di Torino.
“L’allora pubblico ministero Parodi aprì un’indagine. Come assessore all’Ambiente, prima ancora che mi chiamasse chiesi di contattarlo. Ci incontrammo e gli procurai anche i documenti che in quel periodo stavamo studiando con Arpa per capire le questioni dello smog. L’indagine si concluse senza nessun accusato” aggiunge l’ex assessore.
“Mi rendo conto che possa sembrare un po’ grottesco ma ricordo che io gli chiedevo di incriminarmi, tra il serio e il faceto. Perché? Una qualche forma di accusa precisa avrebbe sicuramente scosso i miei colleghi e il sindaco e avrebbe facilitato l’adozione di quelle politiche anti inquinamento che facevo fatica ad affermare. Finché si rimane su un piano puramente politico, culturale, ideale; finché si discute solo della salute in generale, è difficile far passare le misure anti smog. Infatti molti progressi sono stati fatti solo dopo la direttiva europea e la minaccia delle multe agli Stati e alle Regioni. Una responsabilità penale in capo ai sindaci e agli assessori non c’è mai stata e sarebbe una novità se ci fosse adesso” ha concluso Paolo Hutter.