Con l’adesione delle associazioni Fimp e Sin, sale a 14mila il numero di medici pediatri e neonatologi che torna a scrivere ai sindaci e ad Antonio Decaro, presidente Anci, per chiedere con nuova enfasi misure concrete contro lo smog e un’azione diretta per modificare le abitudini della popolazione, a vantaggio di uno stile di vita meno rischioso per tutti.
L’inquinamento atmosferico rappresenta la più importante minaccia ambientale per la salute pubblica, scrivono i medici. “Molti dei componenti o fattori in gioco nell’inquinamento atmosferico sono responsabili anche del cambiamento climatico, che a sua volta ha un impatto sulla salute della popolazione e causa numerosi effetti avversi (1). I costi sociali dello smog sono di conseguenza altissimi, come mostrano i dati presentati nell’ultimo rapporto dell’European Public Health Alliance (EPHA) su 432 città europee in 30 Paesi. Comprendono anche le spese sanitarie dirette legate, ad esempio, alla ridotta aspettativa di vita. Nel 2018 i costi quantificati nel rapporto erano più di 166 miliardi di euro; in media ogni abitante di una città europea ha subito una perdita di benessere di oltre 1.250 euro all’anno, che equivale al 3,9% del reddito delle città (2)”.
Per quanto riguarda la salute, i medici sottolineano che “la popolazione in età pediatrica risulta essere maggiormente suscettibile agli effetti legati all’esposizione a inquinanti atmosferici, a causa di una combinazione di fattori biologici, comportamentali e ambientali. I bambini sono particolarmente vulnerabili durante lo sviluppo fetale e nei loro primi anni, quando i loro organi, i polmoni e il sistema nervoso centrale sono ancora in fase di maturazione. Inoltre, possono passare molto tempo all’aperto, con lunghi periodi di esposizione agli inquinanti. L’evidenza scientifica degli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute dei bambini è chiara e convincente, e rileva un possibile impatto sulla salute anche in età adulta e, addirittura, transgenerazionale (3)”.
Ancora: “I risultati delle revisioni (4) confermano che il feto e il bambino in via di sviluppo sono particolarmente vulnerabili. L’esposizione precoce all’inquinamento atmosferico è collegata a esiti negativi durante la vita fetale e alla nascita, all’aumento della mortalità infantile, a disturbi dello sviluppo neurologico, all’obesità infantile, alla compromissione della funzione polmonare, all’asma e all’otite media. Le prove scientifiche sono quindi già sufficienti per adottare da subito misure chiare e concrete per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico della popolazione”.
Cosa chiedono le associazioni
“Le nostre associazioni – Associazione Culturale Pediatri (ACP), Società Italiana Pediatria (SIP), Società Italiana Nutrizione Pediatrica (SINUPE), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e Società Italiana di Neonatologia (SIN), assieme a Pensiero Scientifico Editore e Think2it – già da tempo impegnate nella diffusione di conoscenza su questo tema, chiedono ai Comuni italiani di mettere in atto azioni che possano ridurre o rimuovere il danno. Recenti documenti (5) e (6) forniscono evidenze sugli interventi risultati più efficaci per migliorare la qualità dell’aria outdoor e per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico, anche a livello individuale (una sintesi delle principali conclusioni di questi due documenti è riportata qui).
Si tratta di promuovere comportamentali individuali sostenibili da parte della popolazione, tramite interventi della politica sulle infrastrutture che possano rendere svantaggioso l’uso dell’auto e vantaggioso quello dei mezzi sostenibili, la bicicletta in primis: adozione di limiti alla circolazione dei veicoli inquinanti nelle città (ZTL), pedonalizzazione o creazione di zone a bassa velocità 20 Km/h in prossimità degli isolati degli edifici scolastici, città a 30 km/h, creazione di percorsi ciclabili, sviluppo di spazi verdi nelle aree urbane, alla luce delle esperienze pregresse e dei risultati raggiunti in Europa e nel mondo, secondo i dati scientifici a nostra disposizione, come indicato nell’allegato “Suggerimenti d’intervento”.
Nell’avanzare questa richiesta, confermiamo la nostra disponibilità a diffondere le evidenze disponibili su questo tema cruciale per il benessere della nostra società, sia localmente che a livello nazionale”.
NOTE
1. World Health Organization. WHO Global Strategy on Health, Environment and Climate Change. The transformation needed to improve lives and wellbeing sustainably through healthy environments. Geneva 2020 (A72/15) (https:/ www.who.int/phe/publications/global-strategy/en/) 2. CE Delft for the European Public Health Alliance (EPHA). Health costs of air pollution in European cities and the linkage with transport. 2020 (https:/epha.org/wp-content/uploads/2020/10/final-health-costs-of-air-pollution-ineuropean-cities-and-the- linkage-with-transport.pdf) 3. World Health Organization. Air pollution and child health: prescribing clean air. Geneva 2018 (WHO/CED/PHE/18.01) (https:/www.who.int/publications/i/item/air-pollution-and-child-health) 4. Progetto CCM 2017 “Coorti di nuovi nati, esposizioni ambientali e promozione della salute nei primi 1000 giorni di vita: integrazione dei dati di esposizione con dati molecolari ed epigenetici” (https:/millegiorni.info/documenti-scientifici/sintesi-delle-revisioni/) 5. Public Health England. Review of interventions to improve outdoor air quality and public health. 2019 (https:/www.gov. uk/government/publications/improving-outdoor-air-quality-and-health-review-of-interventions) 6. World Health Organization. Personal Interventions and Risk Communication on Air Pollution. Geneva 2020 (https:/ apps.who.int/iris/handle/10665/333781) 7. Ministero della Salute. Piano Nazionale Prevenzione 2014-2018 7. Ministero della Salute. Piano Nazionale Prevenzione 2020-2025 8. Royal College of Paediatrics and Child Health. Outdoor air quality in the UK. 2020 (https:/www.rcpch.ac.uk/ resources/outdoor- air-quality-uk-position-statement)