Tira una brutta aria a Roma e non in senso figurato. In tutte le 13 centraline di monitoraggio Arpa sono stati superati i nuovi limiti europei per media annua di Pm10, Pm2,5 e NO2. Lo documenta Legambiente nel Rapporto “Roma Aria pulita” presentato il 18 settembre in Piazza Del Capidoglio nell’ambito della Settimana Europea per la Mobilità.
“Se confrontiamo oggi i dati delle polveri sottili e biossido di azoto – dice Roberto Scacchi di Legambiente Lazio – tutte le 13 centraline romane superano di gran lunga i nuovi limiti così come è oltre i limiti il dato medio annuale complessivo; una situazione evidentemente di emergenza contro la quale contrapporre le politiche di mobilità sostenibile, a partire dalla prevista Fascia Verde, la Congestion Charge e tutte le tranvie che potranno essere realizzate con i fondi del Pnrr”.
L’associazione ambientalista ricorda che “la scorsa settimana il Parlamento europeo ha avviato l’iter di un grande rafforzamento della direttiva sull’inquinamento atmosferico. Gli obiettivi da raggiungere per i valori di inquinamento sono in linea con quanto l’Oms già dallo scorso anno chiede di traguardare e molto più stringenti: le Pm2.5 avranno una soglia annuale dimezzata a 5 μg/m3 (microgrammi per metro cubo di aria) e limite sulle 24 ore che scende da 25 a 15 μg/m3; le Pm10 avranno un limite annuale che passa da 20 a 15 μg/m3; e l’NO2 avrà limite di concentrazione annua che scende a 10 μg/m3 e a 25 μg/m3 come limite giornaliero; la data limite per raggiungere tutti gli obiettivi è settembre 2035″.
Secondo Amedeo Trolese di Legambiente Lazio, che ha curato la realizzazione del rapporto su Roma, “la nostra città potrà cambiare e in meglio solo se sarà una priorità totale quella della mobilità sostenibile, togliendo spazio al dominio fisico e culturale delle autovetture private negli spostamenti, e restituendo la città alle persone. Ci serve la modernità di tante nuove linee tranviarie, anche più di quelle previste con i fondi Pnrr, i prolungamenti di tutte le metro come si attende ormai da decenni, investimenti potenti su tutto il Tpl collettivo, ampliamento della superficie di attuazione della sharing mobility, protezione degli itinerari ciclabili per ora solo disegnati a terra, tante nuove ciclovie”.
Aggiunge Trolese: “E poi, come è stato per gran parte delle città in Europa e oltre, dove oggi avvengono in auto privata solo una piccola percentuale degli spostamenti ma dove, anche fino a pochi anni fa il dominio delle automobili era totale e del tutto simile a quello che ancora persiste a Roma, avviare un grande percorso di educazione alla mobilità che coinvolga scuole, uffici, mobility manager, stakeholders della mobilità, per tornare a respirare aria pulita nella Capitale”.