Sit-in martedì 15 novembre, davanti al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase), a Roma, organizzato da Legambiente con la Rete delle Comunità energetiche solidali, Kyoto Club, Free, Next per dire “stop ai ritardi e agli ostacoli che frenano lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili in Italia”.
Gli ambientalisti ribadiscono che “in Italia le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) non trovano terreno fertile, sotto scacco di ritardi burocratici e mancanza delle regole attuative, nonostante queste siano, a tutti gli effetti, uno strumento efficace e una soluzione utile e concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica”. Una situazione intollerabile, che ha unito in piazza associazioni, comuni, imprese e che ha viaggiato anche sui social con l’hashtag #ComunitàEnergeticheLibere.
I manifestanti chiedono “al nuovo Governo e Parlamento non solo di accelerare la conclusione dell’iter necessario per permettere in Italia lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili ma anche di adoperarsi per superare tutte le difficoltà tecniche e burocratiche che impediscono lo sviluppo del vero potenziale ambientale, economico e sociale, oltre a quello strutturale per la rete elettrica in termini di alleggerimento“.
“Si cambi rotta subito superando gli inaccettabili ritardi e ostacoli che tengono in ostaggio le comunità energetiche rinnovabili – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Non possiamo permetterci di sottovalutare quest’importante opportunità per il nostro Paese, non solo per contrastare il caro energia, ma anche per abbandonare le fonti fossili e portare avanti la lotta alla crisi climatica, con la realizzazione di tanti impianti di taglia industriale e la diffusione territoriale delle comunità energetiche. Senza considerare poi, l’importante ruolo di riscatto che le CER possono giocare in aree con maggiori criticità sociali ed economiche, come le periferie e le aree colpite da terremoti e da eventi estremi”.
E ancora: “Il nuovo Governo acceleri subito sullo sblocco dei progetti ancora fermi al palo e sulla pubblicazione degli strumenti necessari per dare risposte alle numerose CER ancora in attesa. È inaccettabile la mancanza dei Decreti Attuativi, in particolare quello sugli incentivi da parte del MASE, il ritardo di ARERA sull’emanazione delle regole attuative di sua competenza, le difficoltà nel ricevere dai distributori locali le informazioni necessarie a identificare l’ambito di sviluppo delle CER, i ritardi del GSE nell’iter di registrazione presso il proprio portale e nell’elargizione degli incentivi, i preventivi onerosi per gli allacci alla rete. L’Italia non perda questa fondamentale partita, che coinvolge periferie, piccoli comuni, aree del centro Italia ferite dal sisma, il terzo settore e che ha mosso finanziamenti importanti. Ogni giorno di ritardo è solo uno spreco di tempo e di energia. Le famiglie, le imprese e il Pianeta non possono più attendere”.
A parlare chiaro sono i dati del dossier “I blocchi allo sviluppo delle comunità energetiche” di Legambiente: su 100 comunità energetiche mappate fino a giugno 2022 su comunirinnovabili.it, appena 16 sono riuscite ad arrivare a completare l’iter di attivazione presso il GSE e di queste solo 3 hanno ricevuto i primi incentivi statali.
Alla manifestazione hanno aderito: 3E, ActionAid, Adesso Trieste, Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, ANCI Campania, ARCI Associazione di Promozione Sociale, Associazione culturale BLab di Portici, ASud, Cittadinanzattiva, Comune di Ferla, Comune di San Giovanni Ilarione, Comune di Tito, Comunità energetica “CommOn Light”, Fondazione Con il Sud, Forum delle Disuguaglianze e delle Diversità, Forum Terzo Settore, GECO – Green Energy Community, ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, Regalgrid, Sisifo Società Benefit, Symbola, UDS, Uncem.