La Sicilia ha ufficialmente un Piano per la gestione dei rifiuti urbani, in attuazione della legge regionale del 2010. Messo nero su bianco con il decreto del Presidente della Regione 8/2021, pubblicato il 9 aprile sul Bollettino ufficiale della regione, il documento fa uscire l’isola da un lungo impasse. Dopo una serie di rallentamenti procedurali e vicissitudini politiche, la bocciatura nel 2019 dal Ministero dell’Ambiente, la richiesta di integrazioni del Consiglio di giustizia amministrativa a gennaio 2021, il Piano e i relativi elaborati tecnici, aggiornati alle novità introdotte dal pacchetto europeo sull’economia circolare, sono stati finalmente approvati.
Parte integrante del Piano sono il rapporto ambientale, la dichiarazione di sintesi e tre allegati: linee guida, programma di prevenzione e monitoraggio, programma di riduzione dei rifiuti biodegradabili da conferire in discarica.
Tra le prescrizioni del regolamento, approvato con il decreto, si precisa che per il riciclaggio e il recupero il Piano recepisce il principio di prossimità degli impianti all’interno del territorio regionale (articolo 6). Si fa invece rinvio al rapporto ambientale e agli appositi criteri escludenti, penalizzanti e/o preferenziali per quanto riguarda l’individuazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di rifiuti. Con l’esclusione delle discariche, il testo indica un criterio preferenziale per la localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero nelle aree industriali (articolo 7).
L’articolo 10 del regolamento (in totale sono 12) elenca una serie di misure con cui la Regione Siciliana prevede di ridurre la riduzione dei rifiuti e tra queste ci sono il sistema cauzionale per il ritiro dei rifiuti di imballaggio e gli appalti verdi per il recupero di materiali derivanti da post consumo.