Ci è voluto un nuovo provvedimento del presidente della Regione Schifani per sbloccare i conferimenti presso l’impianto Tmb di Coda di Volpe, il cui stop ha messo in crisi circa 200 comuni della Sicilia orientale, impossibilitati a scaricare i rifiuti indifferenziati nella struttura. La prima ordinanza, varata, il 24 giugno, non è infatti stata sufficiente per consentire che l’impianto del siracusano riaprisse. Il 25 giugno i commissari giudiziari responsabili della discarica non hanno dato seguito al documento regionale perché incompleto, per cui i compattatori si sono ritrovati i cancelli chiusi.
In fretta e furia è stato quindi convocato un vertice d’emergenza in Prefettura a Catania, a cui hanno preso parte il prefetto, Maria Carmela Librizzi, il procuratore facente funzioni Agata Santonocito, l’assessore regionale all’Energia, Roberto Di Mauro, i sindaci di Catania, Enrico Trantino, di Acireale, Roberto Barbagallo, e di Misterbianco, Marco Corsaro, oltre al capo di gabinetto del governatore della Sicilia e tecnici regionali. Trovata la quadra, Schifani ha quindi emanato una nuova ordinanza che prevede lo svuotamento delle strutture entro otto giorni e il trasferimento dei rifiuti presso impianti di recupero energetico individuati dalla società.
A Catania, nel frattempo, hanno cominciato a formarsi delle microdiscariche a cielo aperto per il mancato rispetto delle regole: il rifiuto differenziato è raccolto, ma c’è chi non rispetta la cadenza giornaliera e getta sacchi di spazzatura non conferibili. Molti Comuni invece hanno sospeso i mercatini rionali per l’impossibilità poi di smaltire i rifiuti accumulati.