Siccità e agricoltura: quanto vale l’acqua inutilizzata che va verso il mare nei giorni di maltempo?

A porre la questione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI): “Proponiamo una lettura diversa del colpo di coda invernale, che sta scemando sull’Italia e che ha allarmato per l’insito rischio idrogeologico, alla cui prevenzione concorre l’esperienza operativa dei Consorzi di bonifica; è significativo, infatti, dare un valore all’acqua piovana, che per l’89% lasciamo terminare inutilizzata a mare e che altresì potrebbe essere garanzia di reddito per le aziende agricole del Paese. La realizzazione di nuovi invasi multifunzionali lungo la Penisola aumenterebbe la sicurezza dalle alluvioni"

ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Hanno superato i 6 miliardi all’anno i danni causati dalla siccità all’economia agricola del nostro Paese nel 2022 e 2023; per converso: quanta potenziale ricchezza sta scemando verso il mare in questi giorni di maltempo? A porre la questione è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI): “Proponiamo una lettura diversa del colpo di coda invernale, che sta scemando sull’Italia e che ha allarmato per l’insito rischio idrogeologico – dice Vincenzi – alla cui prevenzione concorre l’esperienza operativa dei Consorzi di bonifica; è significativo, infatti, dare un valore all’acqua piovana, che per l’89% lasciamo terminare inutilizzata a mare e che altresì potrebbe essere garanzia di reddito per le aziende agricole del Paese. La realizzazione di nuovi invasi multifunzionali lungo la Penisola aumenterebbe la sicurezza dalle alluvioni, come dimostrato dall’esperienza d Vicenza, creando al contempo riserve idriche per i momenti di bisogno.”

L’Italia è infatti tra i Paesi europei che maggiormente fanno ricorso all’irrigazione, sottolinea l’Anbi: è seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna (circa 2.400.000 ettari contro i 3 milioni di ettari iberici) e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata sulla S.A.U. (Superficie Agricola Utile) con circa il 9%, dopo Malta, Cipro e Grecia. Il beneficio prodotto dall’irrigazione si differenzia per colture praticate: nei seminativi, mediamente, l’incremento di valore riconducibile all’irrigazione è pari a circa il 27%; il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%), ma significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d’acqua.

“Ne consegue – puntualizza Vincenzi – che l’irrigazione contribuisce in modo significativo non solo al reddito delle principali colture praticate in Italia, ma anche alla sua stabilità nel tempo,  essenziale per la sopravvivenza di sistemi agricoli, basati sulle colture specializzate. È quantomai importante affermarlo in campo europeo, perché la crisi climatica obbliga le agricolture mediterranee ad un’irrigazione ampliata a più mesi e per la quale è necessario distribuire l’acqua sul territorio attraverso adeguate infrastrutture.”

In questo quadro, dice Anbi, assume valore esemplare la realizzazione del Distretto Irriguo n. 8, inaugurato dal Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, nel comune di Castiglion Fiorentino: un’infrastruttura considerata indispensabile dai locali imprenditori agricoli, che chiedevano di poter utilizzare l’acqua della diga di Montedoglio per sviluppare il loro lavoro e contenere l’impatto sull’ambiente. Completato il laborioso percorso progettuale ed autorizzativo,  l’intervento è stato portato a termine in circa 2 anni per garantire  qualità ai prestigiosi vivai ortofloricoli, presenti in quest’area della Valdichiana.

“In Italia l’agricoltura di qualità non può che essere irrigua – spiega Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – soprattutto di fronte all’incertezza meteo, dettata dalla crisi climatica. I distretti per l’irrigazione, come quello inaugurato oggi, rispondono ad esigenze produttive ed ambientali, garantendo agli operatori disponibilità idrica, indispensabile per produrre reddito. E’ questo uno degli esempi, cui ci riferiamo quando sosteniamo la necessità di infrastrutturare il territorio con bacini idraulici multifunzionali”.