Si complica la gestione dei rifiuti a Roma con il recente sequestro della discarica di Albano. Il blocco disposto dalla Procura di Velletri non è dovuto a motivazioni ambientali, ma per presunta “illegittima gestione dell’impianto” per assenza delle garanzie finanziarie previste dalla cosiddetta gestione post mortem. Si tratta di un meccanismo di garanzia per pagare i costi della gestione una volta che la discarica sarà chiusa solitamente relativi allo smaltimento del percolato, la gestione del biogas, la manutenzione, il controllo e la sorveglianza della durata di circa 30 anni dopo la cessazione della gestione corrente. La discarica di Rocigliano era già stata oggetto di uno scontro tra il Comune di Roma e quello di Albano Laziale che ne chiedeva la chiusura.
Ma come saranno gestiti i rifiuti della Capitale in attesa di una nuova soluzione? Come si legge in un articolo de Il Tempo, la società in house di Roma Capitale ha trovato un accordo all’ultimo momento con Rida Ambiente di Aprilia, per il conferimento di un totale di oltre 2mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Si tratta di una via di uscita che potrà reggere solo una settimana. Il Comune sta lavorando all’individuazione di uno o più siti alternativi, considerando che secondo alcune stime Rocigliano ospitava tra le 800 e le 900 tonnellate d’immondizia di Capitale e provincia.
Secondo un articolo pubblicato su Fanpage.it, il sindaco Gualtieri ha individuato i siti in cui potrebbero sorgere nuovi impianti e discariche, in particolare uno o due invasi da realizzare in 7 possibili aree: alcune delle ipotesi all’interno del territorio della Capitale sono via Canestrini, via Ardeatina, via della Solfatara nel IX Municipio, via della Pisana all’XI Municipio e via Zagarolese nel VI Municipio con due aree ‘residuali’ in via della Selvotta, sempre nel IX Municipio e in via Ardeatina. Al di fuori del raccordo le ipotesi ricadrebbero nel territorio tra Magliano Romano e Rignano Flaminio e Pizzo del Prete e Tragliatella.