“Solo per la parte residuale di rifiuti rimasti dopo la raccolta differenziata, per i quali non è possibile il recupero, è previsto il ricorso alla termovalorizzazione. L’attuale impianto del Gerbido non è sufficiente in base alla quantità di rifiuti da trattare che è stimabile in 276 mila tonnellate l’anno. L’autorità d’ambito, su sua iniziativa e in autonomia, ha avviato la consultazione con procedura di evidenza pubblica con lo scopo di accettare eventuali candidature dei comuni per ospitare sul proprio territorio un ulteriore impianto o eventualmente di prevedere l’ampliamento di quello di Torino”.
Questa la risposta in sintesi data dall’assessore al Patrimonio della Regione Piemonte, Gianluca Vignale, in base a quanto predisposto dall’assessore all’Ambiente Marnati, all’interrogazione del consigliere Alberto Unia (M5s), nel corso del question time di martedì 22 ottobre.
“A tutta dritta verso un futuro insostenibile, ovvero, costruiamo nuovi inceneritori” è il titolo dell’atto ispettivo con il quale Unia ha interrogato la Giunta su quali fossero “le motivazioni che hanno portato la Regione ad avviare ufficialmente il processo per la realizzazione di un nuovo inceneritore in Piemonte, nonostante le numerose criticità ambientali e sociali legate a questo tipo di impianti e in contrasto con gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e di economia circolare promossi dall’Unione europea e dallo stesso Piano rifiuti regionale”.
“Il Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate (Prubai) ha effettuato una valutazione comparativa tra i diversi scenari – ha detto Vignale l’assessore – dalla comparazione emerge che la termovalorizzazione è la soluzione ambientalmente più conveniente per quella parte di rifiuti per la quale non è possibile il recupero di materiali”.
Di un secondo inceneritore in Piemonte, o dell’ampliamento del Gerbido, si parla da qualche anno. L’impianto di Torino, di proprietà all’80% di Iren Ambiente, al 16,5% del Comune di Torino e per la restante parte di altri Comuni e aziende pubbliche, tratta circa 578mila tonnellate di rifiuti all’anno. Entro il 2035 in Piemonte dovranno chiudere tutte le discariche, con un obiettivo di raccolta differenziata che salirà all’85%. Si calcola che sul territorio regionale resterebbero da gestire 250 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati ogni anno.