Trasporti pubblici gratuiti, comunità energetiche in ogni comune, stop ai jet privati, efficientamento energetico di scuole e case popolari.
Sono queste le principali rivendicazioni dei Fridays for future, i giovani ambientalisti che oggi, in occasione dello Sciopero globale per il clima, scendono in piazza in tutto il Pianeta, in un momento molto delicato per il mondo intero e per il nostro Paese.
I ragazzi e le ragazze che seguono le orme di Greta Thunberg scioperano il 23 settembre in 70 città italiane, al grido di “Basta chiacchiere sul clima”: sullo sfondo, oltre alla crisi energetica innescata dall’escalation del conflitto in Ucraina, c’è l’accelerazione della crisi climatica, come testimoniano gli eventi metereologici degli ultimi mesi.
“Malgrado l’accelerazione della crisi climatica, questa non è presente sui grandi media, e questo, nonostante le tragedie che si sono verificate negli ultimi mesi, dalla Marmolada alle Marche, e un’estate che ha visto valori di temperatura 2,1 °C sopra la media” afferma il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini.
“I giovani che oggi scenderanno nelle piazze dei principali centri italiani, come in migliaia di città in giro per il mondo”, precisa il Direttore, “segnalano la gravità della minaccia. Qualunque sia l’esito elettorale” ragiona Silvestrini “il nuovo governo non potrà ignorare il fatto che la crisi climatica rimane una delle principali preoccupazioni dei cittadini. Infatti, se c’è abbastanza pressione pubblica, chiunque vinca le elezioni deve considerare le persone che sono scese in piazza per chiedere protezione del clima. E, contemporaneamente, è necessario che la classe dirigente punti ad avviare una seria politica di decarbonizzazione basata sul forte rilancio delle rinnovabili, sul decollo della mobilità elettrica, sulla riqualificazione spinta degli edifici e su una industrializzazione Green del paese. Senza dimenticare”, conclude, “la messa in sicurezza di un paese estremamente esposto all’emergenza climatica”.