Sardegna approva Ddl aree idonee per le rinnovabili, Todde: “L’isola non si farà più calpestare”

Via libera dal Consiglio Regionale della Sardegna al disegno di legge sulle aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile, che conferma area non idonea il 98% dell'isola. "Siamo la prima Regione d’Italia ad approvare una legge sulle aree idonee con circa tre mesi di anticipo rispetto alla nuova scadenza prevista dal Governo - ha detto la Presidente Alessandra Todde - La Sardegna, da tempo considerata un fanalino di coda, oggi diventa un modello di tutela e pianificazione del territorio per le altre Regioni italiane"

Via libera dal Consiglio Regionale della Sardegna al disegno di legge sulle aree idonee per gli impianti di energia rinnovabile, che conferma area non idonea il 98% dell’isola.

Le commissioni IV^ e V^, riunite in seduta congiunta mercoledì 4 dicembre, hanno approvato i cinque articoli e le sette pagine di allegati della norma ( D.L. 45 – Giunta- Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi).

“Siamo la prima Regione d’Italia ad approvare una legge sulle aree idonee con circa tre mesi di anticipo rispetto alla nuova scadenza prevista dal Governo – ha detto la Presidente Alessandra Todde – La Sardegna, da tempo considerata un fanalino di coda, oggi diventa un modello di tutela e pianificazione del territorio per le altre Regioni italiane”.

“Quando siamo arrivati al governo della Sardegna – prosegue Todde – abbiamo trovato un territorio spaventato e abbiamo respirato la preoccupazione dei sardi rispetto alle speculazione energetica. Noi l’abbiamo capito assumendoci la responsabilità di amministrare, di confrontarci e di cercare, con i mezzi a disposizione, di risolvere la situazione. In questi mesi, si è cercata la contrapposizione e lo scontro. Si è cercato di cavalcare la paura della gente, di trovare colpevoli a fronte di una situazione che non è nata oggi e nemmeno negli ultimi 8 mesi, ma è nata negli ultimi 20 anni”.

Ancora: “Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi. Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo, da qui al 2030, circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali e comunità energetiche”.

Tutti gli impianti, sia quelli nuovi che quelli in corso di autorizzazione, potranno essere realizzati solo se ricadenti nelle aree idonee. Questa per noi è una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo. Abbiamo l’ulteriore obiettivo di tagliare i costi delle bollette per i sardi”.

DEFINIZIONE IMPIANTI. Si parte dalla definizione degli impianti stessi, per non generare equivoci, specificati all’articolo 1, comma 3: impianti da 1 Megawatt (fotovoltaico di piccola taglia); da 1 a 10 MW (media taglia); superiore ai 10 (grande taglia). Stessa classificazione si prevede per gli impianti del termoidraulico e dell’agrivoltaico, mentre per l’eolico si fa riferimento all’altezza del mozzo e al diametro del rotore. Sono contemplati anche gli impianti di generazione elettrica da biomasse, l’idroelettrico e i geotermoelettrici, in base ai differenti livelli di potenza energetica.

    DOVE SI POTRANNO INSTALLARE. La specifica del ddl sulle aree idonee è l’allegato F, di quattro pagine. Per ogni territorio utile è precisata la tipologia di fonte rinnovabile. Pale e pannelli di media taglia potranno essere installati nelle “aree destinate a discariche di rifiuti” o che lo sono state, così come nelle zone D (produttive) e G (servizi) “nelle zone industriali di interesse regionale o gestite dai consorzi provinciali” e anche in quelle “dismesse”. E ancora “le aree estrattive di prima e seconda categoria”, come miniere e cave, anche se in disuso. Il solo fotovoltaico, invece, può arrivare sino al limite delle aree aeroportuali e portuali, “esclusi gli approdi turistici”, oltre che su “tetti e coperture” di edifici pubblici e privati.

    FONDI COMUNITA’ ENERGETICHE E AUTOCONSUMO. Via agli incentivi regionali: a partire dal 2025 sarà istituito un fondo, alimentato con risorse regionali, nazionali e europee, con una dotazione iniziale per gli anni 2025-2030 pari 678 milioni di euro totali, di cui 50 milioni nel 2025, 70 nel 2026 e 139,5 per ciascuno degli anni 2027, 2028, 2029 e 2030. Le risorse serviranno a concedere misure di incentivo, sia sovvenzioni a fondo perduto sia attraverso strumenti finanziari destinate al sostegno di interventi di installazione di impianti fotovoltaici e di accumulo di energia elettrica per l’autoconsumo.

    DEROGHE AI COMUNI IN AREE NON IDONEE. i Comuni sardi possono realizzare impianti in aree definite non idonee, anche con l’obiettivo di contenere i costi energetici, nel rispetto delle peculiarità storico-culturali, paesaggistico-ambientali e delle produzioni agricole. Prevista la richiesta di un’istanza alla Regione, propedeutica alla realizzazione di un impianto, ma per farlo serve una delibera del consiglio comunale, preceduta dallo strumento partecipativo del “dibattito pubblico” che coinvolga anche gli altri comuni confinanti.

    MORATORIA ABROGATA. Con l’ok al ddl decade la legge 5, la cosiddetta moratoria di 18 mesi sulla realizzazione di impianti, di cui alcune parti vengono recuperate nel testo, in particolare sulle installazioni in aree agricole se presentate da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, con taglia inferiore ai 10 Megawatt, autorizzati o finanziati dal Pnrr.