Venerdì 10 gennaio alle 18:00, presso lo spazio Librezia di Torino si terrà un incontro sul disegno di legge cosiddetto “Salva-Milano“. Organizzata da Eco dalle Città e dal Gruppo Città e Territorio, l’iniziativa prevede un dibattito sulla dubbia costituzionalità della riforma con la costituzionalista e docente del Politecnico di Milano Maria Agostina Cabiddu, che verrà intervistata dal direttore Paolo Hutter e da Guido Montanari, ex docente del Politecnico di Torino e amministratore pubblico.
Dopo l’approvazione alla Camera e la discussione al Senato, il cui voto dovrebbe avvenire a gennaio 2025, la norma Salva-Milano era inizialmente concepita per sanare le irregolarità urbanistiche di alcuni grattaceli del capoluogo senza i necessari permessi, ma ha assunto una portata molto più ampia, modificando le norme urbanistiche su scala nazionale.
Nella sua versione attuale, la normativa stabilisce che non sia più necessario il ricorso ai piani attuativi comunali per la costruzione di nuovi edifici su singoli lotti, o per interventi di sostituzione edilizia che prevedano la demolizione e la ricostruzione con volumi e altezze superiori a quelli previsti dalla legge urbanistica del 1942, o rispetto agli edifici esistenti e circostanti. Questa semplificazione vale se i lavori vengono effettuati in zone già edificate e urbanizzate. In termini pratici, ciò significa che per realizzare un grattacielo al posto di un edificio basso o di un capannone, basta presentare una Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) per ristrutturazione, senza bisogno di pianificazioni urbanistiche specifiche, purché l’area sia già urbanizzata.
Già a dicembre, in una lettera-appello firmata da oltre 140 professori universitari, urbanisti, giuristi, costituzionalisti, economisti, storici, sociologi, geografi, si chiedeva “ai Senatori della Repubblica” di non approvare la proposta di legge. “Nata come un condono per sanare le irregolarità del passato – si legge – è stata trasformata in provvedimento ‘di interpretazione autentica’ che, se approvato definitivamente, imporrà come legge in tutta Italia e per sempre la pratica dell’urbanistica seguita a Milano, abrogando le disposizioni che impongono la pianificazione attuativa delle città, a garanzia dei servizi dovuti a tutti i cittadini”. Lo spazio urbano, spiegavano i firmatari, “potrà essere occupato da edifici senza un disegno unitario, senza un piano, senza una visione di città, se non quella degli operatori e dei fondi immobiliari”.
L’appuntamento è per venerdì 10 gennaio alle ore 18 in via Bellezia 19 a Torino.