L’autunno torinese 2021 fa da sfondo a un Salone del Libro fuori stagione, la manifestazione di portata internazionale torna finalmente in presenza dopo l’edizione online del 2020.
Dal 14 al 18 ottobre lo spazio fiere del Lingotto ha ospitato come da consuetudine la cinque giorni di incontri, eventi, laboratori, presentazioni e iniziative tra le quali ha trovato spazio anche Vivilibron che dal 13 al 20 ottobre ha distribuito nei mercati della città i libri raccolti nell’area di libero scambio di via Carcano e proposto presentazioni, reading e incontri con gli autori.
Il programma del Salone non abbondava però di occasioni mirate a discutere di sostenibilità ma la qualità era davvero alta come, solo per fare alcuni esempi, i laboratori per ragazzi “Comportamenti Mondiali. Obiettivo 17” sulla scorta dei 17 SDGs (Sustainable Development Goals), gli incontri in collaborazione con Fridays For Future e Slow Food e “Missione 2050, breve viaggio per contrastare oggi i cambiamenti climatici” promosso da Mater-Bi.
Non sono certo mancati cenni alle problematiche messe in luce dalla pandemia e alla conseguente urgenza di un cambiamento di rotta collettivo nelle abitudini per aumentare l’attenzione ad uno stile di vita più sostenibile.
Ciononostante non hanno spiccato proposte di approfondimento e confronto specifiche e mirate, un peccato se si considera che quest’anno sono state finalmente ammesse le borracce riutilizzabili in metallo, sequestrate all’ingresso nell’edizione del 2019 per motivi di sicurezza. A rendere ancora più efficace ed apprezzabile questa scelta è stata la presenza in diversi punti dei vari padiglioni, di distributori di acqua a cura della Smat: una mossa indubbiamente ingegnosa e utile a ridurre l’acquisto di bottigliette in plastica. Una decisione che fa il paio con il laboratorio YouLabWater, sempre in collaborazione con la Smat e pensato per le scuole primarie e secondarie di primo grado al fine di sensibilizzare sin dall’infanzia all’uso consapevole e sostenibile delle risorse idriche.
Senza dimenticare che la prima volta nella storia del Salone sono scomparse le bottigliette in plastica in tutti gli incontri con gli autori (e non) nelle numerose sale allestite all’interno del Lingotto e nel Centro Congressi, sosstituite da delle brocche “ricaricabili”.
Nulla di particolare da dire sulle isole ecologiche che prevedevano bidoni differenziati per carta, plastica, vetro e alluminio, e indifferenziata; non sempre segnalati ma ben distribuiti nelle aree interne ed esterne. Nonostante l’assenza di legende e volontari che dessero indicazioni sul corretto smaltimento, non c’erano rifiuti o cartacce in giro, nemmeno nella zona esterna, quest’anno popolata di chioschi per cibi e bevande dove, al contrario, abbondavano bidoni e cestini.
Piccolissimi apprezzabili gesti dunque, ma ancora troppa poca attenzione alle questioni ecologiche che trova spazio solo come argomento collaterale oppure spunto di dibattito senza essere davvero messa al centro, come sembrava aver promesso l’ultima edizione in presenza del 2019 con la nascita del Board della Sostenibilità.
Alla fine il Salone è stato un successo per l’organizzazione e per le case editrici, meno per la sostenibilità. La strada è quella giusta ma è arrivato il momento di osare.