Roma, messa in sicurezza dei black point stradali. L’assessore Patanè annuncia nuovi lavori

L’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè annuncia nuovi interventi di messa in sicurezza stradale nell'ambito del programma "Vision Zero", con l'obiettivo di ridurre del 20% i decessi e i feriti gravi entro tre anni. Dopo la messa in sicurezza di vari black point, partiranno i lavori sull'incrocio tra via Cristoforo Colombo e via Canale della Liguria, noto per la sua pericolosità. Il progetto, finanziato con circa un milione di euro, include nuove segnaletiche e semafori, in risposta ai numerosi incidenti verificatisi nell'area

In una nota, l’assessore alla Mobilità di Roma Capitale Eugenio Patanè ha fatto sapere che, dopo la messa in sicurezza di alcuni black point veicolari tra cui quello su via Nomentana, via Zara, via Lazzaro Spallanzani e quello sull’Aurelia, verranno avviati nuovi lavori per la messa in sicurezza dell’incrocio a massimo rischio tra via Cristoforo Colombo e via Canale della Liguria nel X Municipio.

“In Giunta abbiamo approvato il progetto definitivo di una delle intersezioni pericolose individuate grazie ad un lavoro congiunto tra Assessorato alla Mobilità, Dipartimento e Roma Mobilità. Continuiamo dunque senza sosta il nostro lavoro per garantire la sicurezza sulle nostre strade nel solco del programma ‘Vision Zero’ che ha l’obiettivo di ridurre entro 3 anni del 20% i decessi ed i feriti gravi ed entro 10 anni del 50%”, spiega Patanè.

“I lavori, finanziati con circa un milione di euro, prevedono, tra le altre cose, l’adeguamento segnaletico, la razionalizzazione delle manovre di svolta e l’installazione di un semaforo tra via Cristoforo Colombo e via Giulio Bertoni. Nell’incrocio oggetto dell’intervento si sono verificati 170 incidenti in 10 anni, con 196 feriti; il 93% dei sinistri ha causato feriti; il costo sociale medio annuo è stato di 800 mila euro”, conclude Patanè.

Vision Zero

“Vision Zero – spiegava una nota del 2022 del Campidoglio – è un progetto di sicurezza stradale nato in Svezia nel 1997, avente lo scopo di eliminare i morti ed i feriti a causa di incidenti stradali. Il progetto si è diffuso poi in altri paesi europei come Regno Unito e Svizzera. L’azione si fonda sul fatto che la vita delle persone e la loro salute ha un valore che non si può ridurre ad un “costo” da mettere a confronto con altri costi, come quelli degli interventi per la messa in sicurezza delle strade. I principi sono diversi: quello etico, che sancisce l’importanza assoluta della vita umana e della salute rispetto ad ogni altra cosa; quello di responsabilità, che sancisce la condivisione della stessa tra chi viaggia e chi gestisce strade e traffico e quello di sicurezza, che chiede di tenere in considerazione la possibilità di errore. Non si trascurano inoltre i limiti di velocità, che possono essere definiti a seconda della tipologia di strada. Non va dimenticato che in ambito urbano possono avvenire molti incidenti, e che a velocità superiori a 30 km/h l’impatto di un’auto con un pedone inizia a produrre conseguenze molto gravi. L’approccio Vision Zero è alla base del nuovo programma europeo di riduzione delle vittime da incidenti stradali. È inoltre uno dei principi ispiratori dello standard internazionale ISO 39001 “Road Traffic Safety Management Systems”, volto alla riduzione del numero di morti e feriti gravi sulle strade”.