In una nota, la Rete Tutela Roma Sud che si batte contro l’inceneritore da 600.000 tonnellate in fase di progettazione a Santa Palomba ha fatto sapere che mercoledì 31 luglio è stata: “In Campidoglio per consegnare ai componenti dell’assemblea capitolina “La verità sull’inceneritore di Roma”, un testo in cui si sono coordinati e raccolti i posizionamenti di oltre 40 associazioni e sindaci dell’area metropolitana di Roma, che hanno studiato e analizzato la gestione dei rifiuti e la proposta di bruciarli in un termovalorizzatore, criticandola in maniera argomentata sotto vari punti di vista, da quello economico a quello ambientale”.
“Hanno accettato questo contributo al dibattito (assente in questi tre anni) – continua la nota – molti consiglieri di tutte le forze politiche, tranne la Presidente del Consiglio capitolino, Svetlana Celli. L’assenza di democrazia è proprio uno dei punti dolenti della vicenda, infatti l’impianto era assente nel programma con cui Gualtieri si è candidato ed è stato eletto, è mancato il coinvolgimento dei primi cittadini dei Comuni limitrofi a Santa Palomba, e quindi dei cittadini e delle cittadine, fino al rischio di avviare le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale nel mese di agosto, quando il Paese intero è in ferie.
Chiediamo trasparenza e democrazia, che venga rispettata la parte debole, che in queste procedure sono i cittadini e le cittadine, come da parole del Presidente Mattarella e come ci suggerisce l’Europa nelle Raccomandazione della Commissione del dicembre 2023 sulla promozione del coinvolgimento e della partecipazione effettiva dei cittadini e delle organizzazioni della società civile ai processi di elaborazione delle politiche pubbliche”.
Riceviamo e condividiamo, poi, la lettera di accompagnamento del testo che è stata destinata agli stessi consiglieri comunali:
“In Italia esiste un gruppo sempre maggiore di persone che si interessano e lavorano per il bene comune, in maniera indipendente da interessi di gruppi industriali e interessi economici. Esistono politici consapevoli che gli scarti se gestiti correttamente non diventano rifiuto da bruciare ma risorsa, specie in un Paese povero di materie prime come il nostro.
La sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi ha recentemente dichiarato, opponendosi all’ipotesi di realizzazione di un inceneritore, che si tratta di un “modello fuori dal tempo e in ritardo di decenni rispetto alle numerose alternative politiche, industriali, strategiche e tecnologiche attualmente disponibili nel panorama italiano ed europeo”.
Anche il Presidente della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo, Antonio Decaro, si è battuto per anni contro gli inceneritori, pertanto auspichiamo che nella sua nuova veste porti avanti con coerenza una progressiva moratoria per questo tipo di impianti.
L’ex Sindaco Ignazio Marino, da parlamentare europeo, continua a difendere Roma e i suoi cittadini, infatti, ha recentemente dichiarato che “Il progetto dell’inceneritore a Santa Palomba va fermato. Oltre ad andare in direzione diametralmente opposta alla strategia europea sull’economia circolare, rischia di gravare in futuro sulle tasche dei cittadini romani: infatti, dal 2028 gli impianti che bruciano rifiuti indifferenziati, come quello previsto a Roma, dovranno pagare per la CO2 emessa”.
Sulla stessa linea si è espressa lo scorso anno l’ex sindaca Virginia Raggi: “Questa tecnologia è vecchia e superata avendo opzioni alternative, l’accanimento con cui si porta avanti l’inceneritore nasconde altro: non c’è una vera e propria volontà di chiudere il ciclo dei rifiuti, ma di portare avanti questo tipo di impianti per interessi diversi, che nulla hanno a che vedere con il rispetto dell’ambiente e la tutela della salute”.
Appare evidente che i poteri speciali non hanno nulla a che vedere con il Giubileo, ma servono solo a non rispettare il Piano di Gestione dei rifiuti regionale per costruire un impianto che serve ad Acea, Suez e Vianini, ma non a Roma. L’ex candidato a Sindaco Enrico Michetti, ha infatti dichiarato che “con l’attuale piano rifiuti non si può fare il termovalorizzatore: va contro il 95% delle norme vigenti per costruire un mostro. Altrimenti perché dovrebbe utilizzare poteri commissariali? Perché non c’è una norma che abilita quel mostro“.
Negli ultimi tre anni è stata ridotta la raccolta porta a porta a Roma e sono stati introdotti migliaia di nuovi secchi per l’indifferenziato. L’obiettivo è bruciare il più possibile in modo da far pagare di più ai cittadini, invece di vendere i materiali da destinare al riciclo. Questo è il disegno pianificato nel Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti adottato nel 2022, che non tiene conto delle alternative esistenti, proponendo una soluzione che in Europa rispondeva al bisogno di scaldarsi ed è in via di dismissione.
I grandi gruppi finanziari controllano direttamente o indirettamente (tramite le inserzioni pubblicitarie) televisioni e giornali, trasformando l’informazione in propaganda. Noi siamo tanti punti sparsi per l’Italia, che mettono testa e cuore per un Paese migliore, dobbiamo solo unire i punti per adottare una gestione responsabile degli scarti, massimizzando i benefici per molti e non per pochi.
Questa raccolta di position paper di oltre 40 associazioni e Sindaci della Città Metropolitana di Roma è la rappresentazione tangibile del fronte che ha una visione del futuro basato sulla partecipazione, la sostenibilità e il bene comune. Tutte cose negate nella vicenda dell’inceneritore”.