La soprintendenza statale ha bocciato il biodigestore di Cesano autorizzato dal Comune di Roma e da Ama. Si tratta di uno dei 4 siti che, per uscire dall’emergenza rifiuti, entro il 2026 dovrebbero diventare impianti di recupero: due biodigestori (uno a Cesano, Municipio XV e uno a Casal Selce, Municipio XIII) e due di recupero per imballaggi di carta, cartone e plastica (uno a Ponte Malnome e uno a Rocca Cencia).
Come riporta il Corriere della Sera: “il parere della soprintendenza statale ha dichiarato che l’area interessata dall’impianto è considerata, ai sensi del Piano territoriale paesaggistico regionale, ‘paesaggio agrario di rilevante valore con presenza di percorsi panoramici (…). Nelle immediate vicinanze – scrive Eichberg – si segnalano ambiti tutelati quali, il complesso delle Aste Taurine, i resti dell’Antica città di Galeria (tutelata anche come monumento naturale), il santuario di Santa Maria di Celsano e relativo borgo agricolo, che ricadono nelle aree agricole identitarie della campagna romana della valle dell’Arrone e del fosso di Santa Maria di Galeria, il borgo storico di Cesano’. In più – continua il Corriere – tra i motivi del no del Ministero della Cultura, c’è: ‘una sottostima nell’ambito della Valutazione di impatto ambientale dell’opera’.”
Sempre al Corriere, l’Assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi ha dichiarato come: “il parere negativo è un fatto imprevisto che rischia di allungare i tempi per la realizzazione di un impianto cardine del piano dei rifiuti di Roma Capitale (…) sono in corso di valutazione con la struttura commissariale, tutte le possibilità offerte dalla normativa vigente per superare questa impasse”.