“Dopo aver ottenuto la VIA nazionale, i progetti si fermano quando arrivano a livello regionale. Tempi e procedure autorizzative variano da Regione a Regione, sebbene siano figli delle stesse norme la cui interpretazione, peraltro, può alla fine portare a dare un ok oppure (nella maggior parte dei casi) un diniego a un progetto in base alla discrezionalità del funzionario”. Così Elettricità futura, l’associazione confindustriale che rappresenta il 70% del mercato elettrico nazionale, sul tema degli iter autorizzativi degli impianti rinnovabili, ritenuti troppo lenti e macchinosi.
Secondo l’associazione “bisognerebbe introdurre il ‘Provvedimento Unico Nazionale’ per gli impianti che già oggi accedono alla VIA nazionale, individuando nel MASE l’Autorità responsabile dell’intero procedimento autorizzativo. Il MASE diventerebbe il responsabile di un procedimento in Conferenza di servizi nel quale, oltre alla VIA, confluirebbero tutte le autorizzazioni necessarie per la realizzazione degli impianti, tra le quali l’Autorizzazione Unica (AU)”.
“Come effetto di questa nuova previsione – prosegue Elettricità Futura – vi sarebbe necessario il rafforzamento della Commissione VIA-VAS, anche in termini di rappresentatività delle Regioni. È bene ricordare che le imprese pagano un contributo per ogni istanza di VIA dei progetti che presentano. Ovvero, il rilascio di una autorizzazione VIA non è un servizio a carico di tutti i contribuenti, ma solo delle imprese che ne fanno richiesta. Nel 2023 le imprese hanno versato circa 40 milioni di euro, risorse finalizzate esclusivamente a finanziare il funzionamento della Commissione VIA”.
Ancora: “È di primaria importanza garantire che questi costi a carico degli operatori vadano effettivamente e in toto a sostenere il grande lavoro della Commissione VIA che sta portando buoni risultati e che sta anche dimostrando impegno a rendersi sempre più moderna ed efficiente. Ad esempio, la Commissione sta lavorando per digitalizzare, in tempi brevi, l’intero procedimento di VIA. Una VIA digitale dall’inizio alla fine significa una notevole riduzione dei tempi per arrivare al parere finale, anche grazie a una interazione più semplice e immediata tra le imprese e i funzionari”.