E’ fondamentale avviare una riflessione sulla riforma organica del Codice dell’Ambiente, che in questi anni è stato oggetto di una vera e propria ipertrofia normativa. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), accogliendo con favore l’annuncio del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, circa l’istituzione di una commissione per la riforma completa del Codice dell’ambiente e delle leggi conseguenti.
“Ad oggi le continue modifiche, quasi chirurgiche, apportate al Codice hanno determinato una situazione di grave instabilità e incertezza tra gli operatori e in molti casi anche sfiducia verso le istituzioni, rappresentando di fatto un vero e proprio disincentivo a fare impresa e un freno al processo di transizione ecologica – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani – I processi penali di natura ambientale lasciano spesso perplessità interpretative, dal caso Ilva ad altre meno eclatanti vicende giudiziarie che trovano all’origine in vere e proprie “voragini” sulla corretta interpretazione delle norme. La riforma del Codice dell’Ambiente deve partire dalla rimozione di quelle barriere burocratiche che non aiutano le nostre imprese e disincentivano attività virtuose favorendo comportamenti dannosi per l’ambiente”.
“Altro aspetto chiave sul quale da tempo si chiede di intervenire in maniera organica e strategica è quello delle bonifiche dei siti contaminati, operazioni fondamentali per poter restituire alla collettività intere porzioni di territorio e valorizzare nuove potenzialità di sviluppo economico e sociale – prosegue Miani – Imprescindibile poi una riforma del sistema di tracciabilità dei rifiuti R.E.N.T.R.I.: pur condividendo pienamente gli obiettivi di tracciabilità dei flussi dei rifiuti e di digitalizzazione degli adempimenti ambientali, appare importante richiamare l’attenzione sulle peculiarità dei vari settori attinti dal Registro ( come ad esempio quello delle costruzioni) e sulla difficoltà di adottare determinate tecnologie e procedure nell’ambito di cantieri nell’attuazione del sistema di tracciabilità, al fine di scongiurare il ripetersi dell’esperienza del SISTRI” – conclude il presidente Sima.