Rifiuti Sicilia, le associazioni ambientaliste ricorrono contro i poteri speciali conferiti a Schifani

Legambiente, WWF, Zero Waste e il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni hanno depositato due ricorsi contro la nomina del presidente della Regione Sicilia a "Commissario straordinario", che rappresenterebbe, "soprattutto dopo l’ultima modifica approvata alla Camera dei Deputati, una violazione delle leggi in materia di poteri speciali. Queste leggi, che discendono dalla disciplina europea, sono nette nello stabilire che l’emanazione delle ordinanze commissariali sono subordinate alla sussistenza di presupposti di fatto e di diritto che devono essere espressamente indicate". La Regione si limita a dire che il Piano rifiuti è legittimo

Le associazioni ambientaliste siciliane si oppongono ai poteri speciali conferiti al governatore Schifani in materia di rifiuti. Legambiente, WWF, Zero Waste e il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni hanno depositato due ricorsi contro la nomina del presidente della Regione Sicilia a “Commissario straordinario“, che rappresenterebbe, “soprattutto dopo l’ultima modifica approvata alla Camera dei Deputati, una violazione delle leggi in materia di poteri speciali”. 

“Queste leggi, che discendono dalla disciplina europea, – spiegano le associazioni in una conferenza stampa presso l’Assemblea Regionale lunedì 7 ottobre – sono nette nello stabilire che l’emanazione delle ordinanze commissariali sono subordinate alla sussistenza di presupposti di fatto e di diritto che devono essere espressamente indicate”.

Alla conferenza stampa presso l’Ars hanno preso parte: Tommaso Castronovo per Legambiente Sicilia, Pietro Ciulla per il WWF Sicilia, Giampiero Trizzino per Zero Waste Sicilia e Antonella Leto per il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni. I rappresentanti delle associazioni hanno ribadito che il conferimento di poteri “extra ordinem” in materia di rifiuti “richiede la puntuale descrizione delle funzioni esercitabili, delle norme derogabili ed ogni altra specificazione necessaria a non snaturare i sistemi di intervento eccezionale in un settore come quello dei rifiuti già di per sé estremamente tecnico e complesso”.

“Il DPCM con il quale viene nominato Schifani – spiegano – non soltanto non fa alcuna menzione circa una possibile situazione di emergenza del sistema integrato dei rifiuti della Regione siciliana tale da giustificare il ricorso a poteri straordinari, ma di più non garantisce un quadro definito circa i poteri derogatori, lasciando ampi e pericolosi margini discrezionali all’interno di una cornice temporale, due anni, assolutamente non in linea con la natura di tali poteri”.

Le associazioni con il ricorso depositato chiedono oltre “all’annullamento previa sospensione del DPCM di nomina” anche “l’annullamento di ogni altro atto consequenziale, dunque il Piano regionale dei rifiuti che a breve dovrebbe essere approvato proprio dal Commissario Schifani”.

Accanto a questo ricorso ne è stato poi depositato un secondo contro la valutazione ambientale strategica al Piano rifiuti, “nel quale vengono pesantemente contestati non solo gli aspetti tecnici ma anche la scelta di adottare l’impiego degli inceneritori che rappresentano una opzione non in linea con il Green deal europeo”. “Nel piano regionale – spiegano i rappresentanti delle associazioni – si continua a ribaltare l’ordine di priorità previsto dalla gerarchia di gestione dei rifiuti , privilegiando oggi e nei prossimi anni le operazioni di smaltimento in discarica e, in futuro, lo smaltimento in inceneritori di rifiuti potenzialmente riciclabili, anziché favorire la riduzione e la prevenzione della produzione dei rifiuti riutilizzo e riciclaggio al fine di ridurre l’impatto sull’ambiente” .

Non si è fatta attendere la risposta della Regione Sicilia, che però non risponde sui poteri conferiti a Schifani ma solo sul Piano di gestione dei rifiuti urbani, definito “conforme alle direttive Ue e alle leggi nazionali, con l’obiettivo di ridurre il conferimento in discarica e promuovere il riciclaggio e il recupero energetico”.

Sui due inceneritori previsti dice invece che “non sono destinati solo allo smaltimento, bensì alla valorizzazione energetica dei rifiuti residui, in linea con le normative europee”, consentendo di “minimizzare l’uso delle discariche, ormai sature e con l’impossibilità ‘ecologica’ di individuare nuovi siti”.