Il 2020, come tutti purtroppo sappiamo, a causa della pandemia – tutt’ora in corso – è stato un anno eccezionale e i rifiuti sono senza alcun dubbio una cartina di tornasole particolarmente sensibile. Nel seguito vengono commentati i dati di produzione mensili (2020 su 2019), precisando che la rilevazione mensile restituisce un dato di tendenza con differenze anche marcate rispetto al dato annuale che verrà validato solo nei prossimi mesi. Nell’anno appena trascorso oltre alle normali differenze che si rilevano fra i diversi mesi (dovute al cambiamento delle abitudini di consumo legate alla stagionalità) sono invece molto ben evidenti gli effetti della pandemia che ha modificato, in maniera forzata, le nostre abitudini.
Produzione totale di rifiuto
La produzione totale, soprattutto nell’andamento mensile risente in maniera evidentissima dei periodi di confinamento, nei quali viene meno la produzione delle attività di ristorazione e uffici e non evidentemente compensata da una maggiore produzione casalinga. Nel dettaglio i mesi di confinamento totale (marzo/aprile/maggio) e in misura minore quelli con restrizioni più lievi (ottobre/novembre/dicembre) mostrano una apprezzabile riduzione della produzione complessiva, pur con differenze territoriali. Pressoché scontata la riduzione nel capoluogo, nel quale oltre alla minore produzione dovuta alla chiusura delle attività (in attuazione dei molti DPCM che nei mesi si sono succeduti), risente anche dell’apporto normalmente dato dal turismo (per motivi di lavoro e svago) e dagli studenti fuori sede.
Il mese che registra a livello metropolitano la maggiore riduzione è aprile con un -19,3% sullo stesso mese del 2019, segue il mese di maggio (-12,7%), marzo (-11,5%) e novembre (-10,2%). Pur con le riprese di alcuni mesi, in particolare legate alle riaperture totali e parziali delle attività, il 2020 chiude con una riduzione della produzione totale di rifiuto pari al 6,3% (-6,9% nel primo semestre e -5,8% nel secondo).
Pur mostrando la stessa tendenza non tutti gli ambiti del territorio metropolitano hanno avuto le stesse riduzioni: come è facile immaginare la Città di Torino è quella in cui si registra la maggiore riduzione, -12,8% complessivamente nell’anno (-13,5% nel primo semestre, -12,1% nel secondo, con una punta massima di -26,8% in aprile e “solo” – 19,4% in novembre).
In questa strana classifica segue il territorio ciriacese con una riduzione annua dell’8,5%, stranamente più marcata nel secondo semestre dell’anno (-11,3% contro il -5,2% del primo semestre) e il territorio servito dal CIDIU che fa registrate un -5,7% annuale (-7,4% contro il -4% del primo semestre).
In assoluta controtendenza si segnala il pinerolese (ACEA) che fa registrare un aumento della produzione annua dell’ordine del 2,3%, concentrata nel primo semestre: le riduzioni (anche marcate) dei mesi di aprile, maggio e dicembre vengono riassorbite negli altri mesi.
Raccolta differenziata
La percentuale di raccolta differenziata ha risentito nel 2020 dei periodi di chiusura delle attività, ma tali riduzioni sono state riassorbite nei mesi in cui in particolare le attività commerciali sono state aperte.
Il mese peggiore è stato aprile (-3,6%) che in alcuni ambiti ha fatto registrare diminuzioni quasi a doppia cifra (-8,9% il picco registrato in val di susa – ACSEL, seguito dall’ambito gestito dal CIDIU e dal settimese – SETA); in maggio, benché si sia registrato un valore negativo, la riduzione è stata meno marcata: ha fatto eccezione la Città di Torino, nella quale invece si è passati da una sostanziale stabilità del mese di aprile a una riduzione del -3,5% di maggio.
Complessivamente a livello metropolitano l’anno si chiude però con un limitatissimo aumento (+0,4%): una sostanziale stabilità in molti territori, con le sole eccezioni del pinerolese (ACEA) +2,3%, CIDIU -3,1%, alto canavese (Teknoservice) -2,3% e Covar14 -1,6%.
Intercettazione principali frazioni di rifiuto
La riduzione complessiva dei rifiuti nel 2020 (rispetto al 2019) non ha interessato allo stesso modo tutte le diverse componenti del rifiuto totale; infatti a fronte di una riduzione dell’8,8% di carta e cartone (nonostante l’aumento degli acquisti on-line, significativi nei mesi di confinamento), crescono seppur di poco le altre principali frazioni, +0,2% l’organico, +2% la plastica, +1,6% il vetro.
Nei mesi la differente produzione delle singole frazioni mostra interessanti fluttuazioni: mentre la produzione di organico sembra seguire prevedibilmente un andamento legato alla chiusura delle attività di ristorazione (assolutamente non compensato negli stessi periodi dalla produzione domestica), non si può dire altrettanto per plastica e vetro, che anzi negli stessi periodi addirittura crescono. Discorso a sé è quello della carta la cui produzione, profondamente legata alle attività commerciali e degli uffici, ha registrato una riduzione in tutti i mesi dell’anno con le sole eccezioni di gennaio e giugno.
I dati mensili di produzione, per comune e per ambito territoriale, pubblicati dall’Osservatorio Metropolitano Rifiuti https://bit.ly/3hecv7V , sono consultabili al seguente link https://bit.ly/3faClI4
- Anno 2020
- Raccolta differenziata (pdf 213 KB)
- Intercettazione frazioni di rifiuto (pdf 203 KB)
- Rifiuto totale (pdf 214 KB)
Produzione pro-capite di rifiuti
“Pur con le dovute cautele (essendo questi dati mensili) è evidente che il territorio metropolitano ha ancora un po’ di strada da fare per raggiungere i livelli di intercettazione del nord Italia: organico in maniera significativa, ma anche carta, plastica e vetro. Il rifiuto totale risulta invece addirittura sotto la media italiana, oltre che sotto quella del nord del Paese” ha concluso Agata Fortunato, responsabile dell’Osservatorio Metropolitano Rifiuti.