La sentenza del Tar del Lazio con cui è stata sospesa l’ordinanza della Regione sui rifiuti di Roma, potrebbe comunque non evitare alla Capitale il commissariamento da parte dell’ente guidato da Nicola Zingaretti. Secondo quanto apprende l’agenzia Dire, la Regione ha già pronto lo strumento per rilanciare: non più un’ordinanza ma una delibera di Giunta. Poteri ordinari, come ha sottolineato lo stesso Zingaretti. Sono stati proprio i giudici amministrativi, nella sentenza breve che ha accolto il ricorso dell’amministrazione Raggi, a indicare all’ente di via Colombo la strada per arrivare correttamente all’obiettivo.
Perché nel provvedimento firmato dal presidente della sezione I quater del tribunale di via Flaminia non è stato contestato il commissariamento, visto che gli stessi giudici hanno riconosciuto l’assenza di un piano impiantistico di Roma Capitale, quanto l’espediente legislativo utilizzato dalla Regione. Era sbagliata l’ordinanza contingibile e urgente, ricavata dall’articolo 191 del testo unico dell’Ambiente. La Regione, invece, avrebbe potuto legittimamente paventare prima e adottare dopo i poteri sostitutivi utilizzando altri articoli del Tua e della legge regionale sui rifiuti. In particolare, l’articolo 13 della legge regionale 27 del 1998 recita “qualora le province od i comuni omettano l’adozione di singoli atti obbligatori concernenti le funzioni ad essi attribuite o delegate dalla presente legge, l’organo regionale di controllo provvede in via sostitutiva con le modalità previste dalla normativa vigente”. E al comma 2 aggiunge: “Nel caso di mancato esercizio delle funzioni delegate ovvero di esercizio in violazione delle leggi, degli indirizzi e delle direttive regionali, il potere sostitutivo è esercitato dalla Giunta regionale ai sensi dell’articolo 12, comma 3, della legge regionale 13 maggio 1985, n. 68”.
Se da una parte la Città Metropolitana di Roma ha ultimato il suo compito, redigendo il piano provinciale sui rifiuti e la mappa delle aree idonee e non idonee a ospitare impianti di smaltimento e recupero, Roma Capitale, non indicando i luoghi dove realizzare la discarica e i tmb necessari a garantire l’autosufficienza nella gestione del ciclo dei rifiuti, non avrebbe assolto a quanto disposto dall’articolo 6 (menzionato dal Tar nella sentenza) della legge regionale che alla lettera a del primo comma recità così: “Sono attribuite ai comuni l’attività di gestione dei rifiuti urbani ai sensi dell’articolo 21 del d.lgs. 22/1997, compresa la eventuale progettazione, realizzazione o modifica degli impianti fissi per la gestione dei rifiuti urbani, in attuazione dei piani provinciali, in modo da assicurare la raccolta differenziata”. Per questo, secondo quanto apprende l’agenzia Dire, nei prossimi giorni (forse all’inizio della prossima settimana) la Giunta regionale approverà una delibera in cui diffiderà Roma Capitale dal porre in essere gli atti necessari alle localizzazioni, dopodiché, superato il termine imposto (il Campidoglio ha già avuto più di un mese a disposizione) scatteranno i poteri sostitutivi: cioè il commissariamento. Chi sarà il commissario? Potrebbe anche essere una persona terza ma in questo caso, secondo quanto risulta all’agenzia Dire, trattandosi di un provvedimento ordinario, la Regione dovrebbe dimostrare di non essere in grado di farcela con le proprie forze prima di fare ricorso a una figura esterna all’amministrazione.
(agenzia dire)